Passate la notte davanti al computer? Siete cyberdipendenti? Maniaci di Facebook? Drogati del web? Avete insomma il cervello bollito? Se volete «resettarlo», potete rivolgervi al Policlinico Gemelli di Roma. Da novembre un gruppo di psichiatri è pronto ad aiutarvi.
Boom di richieste infatti nel centro romano, nato meno di tre mesi fa per curare questa nuova malattia, la «dipendenza da social network». Patiti di Facebook e Twitter, ma anche dei blog e di tutto il pianeta internet. Un mondo che, a suon di chat, amicizie e sesso virtuale, giochi di ruolo e d'azzardo online, rischia di rovinare la vita dei sempre connessi. «Dai primi di novembre l'afflusso è stato consistente, anche rispetto a quello di quanti chiedono aiuto per problemi con eroina e cocaina, di cui mi occupo. Finora abbiamo seguito 50-60 persone», racconta lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell'ambulatorio dedicato all'Internet Addiction Disorder presso il Gemelli.
Gli specialisti distinguono cinque sottotipi: la cyber-sexual addiction (sesso virtuale e pornografia), la cyber-relational addiction (social network), la net-compulsion addiction (gioco d'azzardo, shopping e commercio on-line), l'information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e la computer addiction (coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali o di ruolo). Due le tipologie di pazienti: uomini di 25-40 anni, consapevoli di avere un problema, e adolescenti chiusi rispetto ai genitori e stregati dai giochi di ruolo sul web. La struttura ha iniziato l'attività il primo novembre scorso, all'interno del Day hospital psichiatrico del Policlinico con l'obiettivo di curare la dipendenza patologica da internet e i disturbi del comportamento ossessivo che riguardano il web. L'ambulatorio arricchisce l'offerta assistenziale dell'Unità operativa di consultazione psichiatrica del Policlinico per la cura di tutte le dipendenze, da quelle da alcol e droghe fino a quella da gioco d'azzardo.
Ma quali sono i sintomi della dipendenza? «Innanzitutto, il bisogno di trascorrere sempre più tempo in rete - risponde Tonioni - . Poi, la riduzione di interesse per altre attività, lo sviluppo, dopo diminuzione o sospensione dell'uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione e infine pensieri ossessivi su cosa accade online. Il numero degli accessi dei pazienti nel nostro ambulatorio ha avuto un picco a ridosso della sua apertura, e ora si va progressivamente stabilizzando».
La droga dei giovanissimi cyberdipendenti italiani è il gioco di ruolo online. «Fin dall'inizio dell'attivita' del centro, nel novembre scorso, siamo stati colpiti dalle richieste di aiuto relative ad adolescenti da 13 a 20 anni, accompagnati nella maggior parte dei casi dai genitori, fortemente preoccupati per un netto calo della performance scolastica e della vita di relazione al di fuori dal web», spiega ancora lo psichiatra.
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