Chi ha lasciato la bionda per l’elettronica, pensando di essere uscito dal tunnel della dipendenza, dovrà ricredersi. Se ha smesso di fumare, il merito non è del dispositivo elettronico. Che, al contrario, «sabota le strategie messe in atto dall’Oms nella sua lotta contro il fumo». A lanciare l’allarme contro quella che definisce «una stupida e inutile moda» è proprio la stessa Organizzazione mondiale della sanità che, durante la Conferenza sul controllo del tabacco (Cclat), tenuta a Punta del Este, in Uruguay, smonta l’illusione e l’attendibilità della bionda elettronica. Motivazione? «Non c’è nessuna prova scientifica che aiuti a smettere di fumare». E pensare che le sigarette elettroniche erano state pubblicizzate come infallibile sistema indolore per dimenticare una volta per tutte il pacchetto vero; le farmacie ormai ne avevano pieni gli scaffali; persino la compagnia aerea della Ryanair le commercializzava durante il volo e molte persone le consideravano il rimedio per eccellenza. Tutto questo perché il fumatore non perde né l’abitudine di tenere la sigaretta in mano né quella di aspirarla. E così facendo dovrebbe dimenticarsi della nicotina vera, almeno in teoria. Adesso però queste false credenze svaniscono, a sentire l’Oms, categorica nel sostenere che: «Non è assolutamente provato che aiutino a smettere - ha detto Eduardo Bianco, direttore regionale dell’Alleanza per la Convenzione-quadro anti-tabacco dell’Oms - anzi c’è chi le usa perché in alcuni Paesi sono permesse anche dove il fumo è vietato». La sigaretta elettronica non è altro che un mini aerosol metallico a forma di sigaretta che sprigiona vapori aromatizzati che garantiscono l’illusione di fumare. E questi aromi darebbero l’illusione di non recare danno alla salute del fumatore. Ma anche su questo punto, l’Oms è stato chiaro: «Certi ingredienti sono nocivi e c’è la necessità di regolarizzare l’impiego delle sostanze aromatiche contenute nella sigaretta perché, in alcuni casi, possono essere più pericolose del tabacco». Insomma, una drastica messa al bando dell’uso di additivi e di profumi contenuti nelle sigarette al fine di renderle più piacevoli. Il dibattito sulla reale efficacia della sigaretta elettronica già da tempo aveva coinvolto gli operatori del settore a livello internazionale: da un lato i sostenitori dell’assenza di controindicazioni, dall’altro gli scettici. Già nel 2008, la stessa Oms sottolineava che fosse necessario condurre opportune verifiche. E fino a oggi, sfruttando forse questo limbo di incertezza, alcune aziende produttrici di sigarette elettroniche, critiche nei confronti della conferenza, avevano anche posto il logo dell’Oms sulle confezioni. Ma adesso, la stessa Oms ha sciolto il dubbio. In cinque giorni di lavori, la conferenza ha affrontato altri temi collegati al fumo, come la necessità che la lotta contro il tabagismo abbia più spazio sui media. Ed è stato presentato un rapporto sui decessi causati dal fumo nei soli cinque giorni del convegno: 60mila persone morte. I 171 Paesi firmatari dell’accordo hanno anche concordato di stanziare maggiore fondi per campagne per disincentivare il fumo tra i giovani.
E su questo punto, il governo britannico si è già messo all’opera e sta valutando se imporre alle multinazionali del tabacco di vendere le sigarette in confezioni amorfe e senza colori scintillanti. Chissà se sarà sufficiente a evitare il contatto tra i ragazzi e la bionda…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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