Alessandro Parini
da Torino
Otto punti in più grazie all'arbitrato Coni. E altri tre grazie ad Alessandro Del Piero, che in un colpo solo ha fatto un favore a Bojinov sedendosi inizialmente in panchina, ha regalato alla Juve - contro il Frosinone - la settima vittoria consecutiva e a se stesso il gol numero 200 con la maglia bianconera cucita addosso. Per la Signora, insomma, tutto continua a filare per il verso giusto, almeno a guardare la classifica che adesso le sorride ancor più. In realtà, se si bada al modo in cui sono arrivati gli ultimi nove punti, ci sarebbe di che preoccuparsi: i bianconeri hanno faticato contro Treviso, Triestina e Frosinone, ringraziando in tutte e tre le occasioni Gigi Buffon in versione miglior portiere del mondo. Per la serie: d'accordo che il risultato è l'unica cosa che conta, però i 270' minuti finiti ormai in archivio hanno confermato come davvero questa serie B sia una brutta bestia, difficile da domare e da interpretare. Nello spazio di mezza giornata, i quattordici milioni di tifosi juventini sparsi per l'Italia hanno tirato quindi due sospiri di sollievo: il primo per lo sconto sostanzioso sulla penalizzazione che agevola non poco il cammino della truppa di Deschamps verso la massima serie, il secondo perché la buccia di banana di una non-vittoria contro il Frosinone è stata evitata.
Eppure - e qui sta la sorpresa - è stata partita vera. Tirata e piena di episodi favorevoli anche ai ciociari, cui il solito Buffon ha detto «di qui non si passa» in almeno due occasioni: a inizio ripresa, su una sberla da fuori area di Di Venanzio, e nel finale su un tiro cross di Castillo. In mezzo, tanto bel gioco e il desiderio di non sfigurare davanti a chi lo scudetto lo aveva vinto l'anno scorso sul campo. Era stata comunque la Juve a fare la partita, trovando anche un gol nel primo tempo con Bojinov: peccato che l'arbitro Squillace sconfessasse il suo assistente e annullasse per un fuorigioco di Trezeguet che le immagini televisive avrebbero poi rivelato inesistente. Il francese, tanto per cambiare, era il più pericoloso degli juventini esibendosi anche in una rovesciata tanto spettacolare quanto fuori di un soffio. Dall'altro lato Di Nardo - una specie di Maradona della Ciociaria - si mangiava un gol quasi fatto girando a lato di testa un cross più che invitante proveniente dalla sinistra. In alcuni momenti la Juve mostrava anche imbarazzo e il pubblico, vero termometro della situazione, capiva la situazione e cominciava a insultare gli ospiti manco fossero il Real Madrid o il Milan. Poi, dopo un quarto d'ora della ripresa, scattava l'ora di Del Piero.
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