Signori si parte, con Fs la storia sale in carrozza

Apre oggi "Le Ferrovie d'Italia (1861-2025) Dall'Unità nazionale alle sfide del futuro"

Signori si parte, con Fs la storia sale in carrozza
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"... ma più di ogni altra riforma amministrativa, la realizzazione delle ferrovie contribuirà a consolidare la conquista dell'indipendenza nazionale".

Lo aveva già intuito negli anni Quaranta dell'Ottocento Camillo Benso, conte di Cavour, che il futuro dell'Italia unita sarebbe passato dai binari. Che il Risorgimento doveva sporcarsi di carbone per rendere concreta la geografia politica italiana. Oggi quella visione diventa racconto visivo e storico nella mostra "Le ferrovie d'Italia (18612025). Dall'Unità nazionale alle sfide del futuro", che da oggi all'11 gennaio trasforma il Vittoriano e Palazzo Venezia in un grande viaggio che attraversa la storia del nostro Paese. Promossa da VIVE Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo FS Italiane, e curata da Edith Gabrielli, Direttrice Generale del VIVE, l'esposizione visitata in anteprima dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intreccia storia, tecnologia e identità collettiva in un percorso di oltre un secolo e mezzo. Dalle prime linee regionali dell'Italia appena unita ai treni ad Alta Velocità che attraversano il Paese di oggi, la mostra racconta come le ferrovie abbiano dato forma concreta all'idea stessa di nazione. Hanno collegato territori divisi da secoli, favorito scambi e mobilità sociale, trasformato il lavoro e i ritmi della vita quotidiana. I treni e le stazioni hanno contribuito a plasmare una nuova identità collettiva, fatta di viaggi, incontri, pendolarismi, emigrazioni, ritorni. E in questo percorso le ferrovie sono state fonte di ispirazione per letterati e artisti, diventano metafora potente della modernità, della velocità e del progresso. Più di ogni simbolo politico, la rete ferroviaria ha unito l'Italia attraverso il movimento.

Allestita nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia, la mostra si articola in quattro sezioni cronologiche, una sezione immersiva e una didattico-dimostrativa.

Dal 1861 al 1904 si attraversa la nascita del sistema nazionale; dal 1905 al 1944 l'epoca della gestione statale e delle prime grandi innovazioni, dell'uso politico e militare della ferrovia attraversando il regime fascista fino alla Seconda Guerra Mondiale; dal 1945 al 1984 la ricostruzione, il boom economico e il pendolarismo; dal 1985 a oggi la stagione dell'Alta Velocità, della digitalizzazione e della sostenibilità. Nel Giardino grande, due riproduzioni del Settebello e dell'Arlecchino celebrano il design ferroviario italiano del dopoguerra, esempio di eleganza e ingegno tecnico.

A sorreggere il racconto sono quattro assi di lettura. Il primo riguarda l'evoluzione della rete, della tecnica e dell'ingegneria ferroviaria. Il secondo indaga il legame tra infrastrutture, istituzioni e sviluppo economico, mostrando la ferrovia come strumento di unificazione ma anche specchio delle disuguaglianze territoriali. Il terzo affronta l'impatto sociale e antropologico: la nascita del mestiere del ferroviere, le nuove abitudini di viaggio, il pendolarismo di massa. Il quarto esplora le ferrovie nelle arti: nella pittura, nel cinema, nella fotografia e nella letteratura, dove il treno diventa simbolo di modernità e di inquietudine, di progresso e di perdita.

"Le Ferrovie dello Stato rappresentano una parte fondamentale dell'identità italiana: hanno accompagnato ogni stagione della nostra storia, contribuendo in modo decisivo alla crescita economica, culturale e sociale del Paese", ha dichiarato il Presidente del Gruppo FS, Tommaso Tanzilli. Una visione condivisa dall'Amministratore Delegato e Direttore Generale, Stefano Antonio Donnarumma: "In 120 anni abbiamo accompagnato la crescita dell'Italia, unendo territori, persone e comunità, e contribuendo a costruire un modello di mobilità sempre più moderno e sostenibile.

Con il nuovo Piano Strategico 20252029 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione profonda", ha sottolineato, ricordano come l'iniziativa si inserisca nelle celebrazioni per i 120 anni delle Ferrovie dello Stato, nate nel 1905 e oggi protagoniste di una nuova fase di investimenti oltre 100 miliardi di euro in cinque anni per una mobilità sempre più sostenibile e intermodale.

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