Il silenzio della sinistra su Saddam e i talebani

La politica estera è indigesta a questo governo. Ogni giorno se ne viene fuori, togliendo le sparate ideologiche e offensive dell’estrema sinistra, con dichiarazioni paradossali soprattutto del ministro D’Alema. Capisco l’esigenza di tenere unito ciò che è distante anni luce, capisco dover sempre fare equilibrismi dialettici per accontentare l’estrema sinistra e al contempo non buttare nell’Atlantico cinquanta anni di relazioni diplomatiche, però come è possibile che certe posizioni ideologiche devono accecare persone come un ministro? Per anni a nessuno è importato nulla di migliaia di assassini perpetrati in Irak da quel folle dittatore che era Saddam, non è importato a nessuno della violenza talebana in Afghanistan; si sono allegramente chiusi gli occhi davanti alle negazione di qualsiasi diritto umano e civile. Ancora oggi in questi due Paesi spuntano fosse comuni. Niente, il nulla più assoluto. Adesso invece è cambiato tutto; è in atto una guerra che in Irak ha portato a delle libere elezioni, con donne irachene che mostravano orgogliose il dito sporco di inchiostro.

Una guerra che ha spazzato via la delinquenza talebana, la loro visione malata e oscurantista del mondo, i loro crimini e la loro condiscendenza con gruppi terroristici.

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