Silvio incredulo: perché mi odiano?

COMBATTIVO Ai ministri: «Andate avanti, tornerò alla carica. Noi brianzoli abbiamo la scorza dura»

Il day after dell’aggressione di piazza Duomo è un via vai di visite e telefonate. Una giornata incredibile solo 48 ore fa, visto che Silvio Berlusconi incontra uno dietro l’altro Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani. In un giorno solo, insomma, il faccia a faccia con l’alleato riottoso e quello con il capo dell’opposizione. Il segno tangibile - almeno nel breve periodo - che quanto accaduto domenica a Milano rischia di incidere e non poco sul dibattito politico e sulla vita del premier. Che nonostante le tante dimostrazioni di affetto resta scosso e incredulo davanti a «tanto odio». Lo ripete a tutti coloro che gli fanno visita, finché ad ora di pranzo tocca a Paolo Bonaiuti mettere un freno alla troppa disponibilità del Cavaliere e «bloccare» l’ingresso per qualche ora: «Per favore, diamogli un po’ di tregua».
Di certo le visite sono state gradite, quella di Fini e ancor di più - almeno stando ai colloqui successivi - quella di Bersani. Che ringrazia per l’affetto e il gesto e a cui racconta pure due barzellette a testimonianza che nonostante il dolore il buon umore resta. «Una visita che mi ha fatto davvero piacere», dirà nel pomeriggio ad Umberto Bossi che lo va a trovare accompagnato da Roberto Calderoli e Roberto Cota. Un gesto, spiega il premier quando ai leghisti si è già unito Giulio Tremonti, che «non mi dispiacerebbe se diventasse il primo passo per un dialogo costruttivo». Un incontro toccante quello con il Senatùr, che solo qualche anno fa ha vissuto - e in una situazione ben più critica - il lungo via vai di visite in un letto d’ospedale. Non è un caso che Bossi arrivi a prendere la mano di Berlusconi e tenerla stretta per diversi minuti: «Silvio, ora devi riposarti».
Ma forse è il faccia a faccia con Fini uno dei momenti più toccanti. Venti minuti a tu per tu, soli dentro la stanza 713 al settimo piano del San Raffaele. Con Berlusconi che quasi si commuove all’arrivo del presidente della Camera e con l’ex leader di An che all’uscita non riesce a nascondere l’emozione. Per due che negli ultimi mesi se le sono date di santa ragione è decisamente una giornata importante. Nella quale ci sono ancora la visite dei figli e degli amici, mentre la telefonata di Veronica Lario - smentita decisamente da Palazzo Chigi - pare ci sia stata sebbene avesse come destinatario non Berlusconi ma uno dei medici dell’ospedale a cui la (ex moglie) del premier ha chiesto lumi sullo stato di salute.
Al telefono parla anche con molti ministri e il messaggio è lo stesso per tutti: «Dovete continuare a lavorare con serenità, anzi dovete raddoppiare il vostro impegno». Lo dice anche Gianni Letta aprendo un convegno a Roma: «Sono stato incerto fino all’ultimo e tentato dal rinviare la mia partecipazione. Ma il presidente mi ha confortato dicendo che questo governo deve essere al servizio del Paese». Anche se resta l’amarezza per l’aggressione e per chi come Antonio Di Pietro e Rosy Bindi ha usato parole piuttosto azzardate.

«Sono amareggiato per quel che dice Tartaglia, perché è convinto che io stia rovinando il Paese», spiega in mattinata ad un ministro. Ma «voi dovete andare avanti» perché «appena mi rimetto anche io torno alla carica». D’altra parte, «noi brianzoli abbiamo la scorza dura».

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