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Silvio torna nel suo quartiere: "Qui raccoglievo scatoloni"

Passseggiata fra pensionati e bancarelle all'Isola: "Sono nato qui, davanti alla sede Pci. Era destino". Poi scherza: "Ho le stigmate e non solo quelle"

Silvio torna nel suo quartiere: "Qui raccoglievo scatoloni"

da Milano

«Ho le stigmate, i buchi nelle mani e non vi faccio vedere il resto perché vi spaventate». Oppressione giudiziaria a parte, tutti strattonano, fa freddo e non è facile restare all’aperto, neanche se a inchiodarti è la passione politica. «Scusate il mal di gola e la tosse ma non ero abituato a fare comizi» spiega in giacca, girocollo di cachemire e sciarpa a pallini Silvio Berlusconi ai milanesi che affollano il mercato di piazzale Lagosta. Siamo all’Isola, quartiere emergente di Milano che tra le sue particolarità ha l’aver dato i natali al Cavaliere. «Sono nato in via Volturno 34, di fronte alla sede del Pci. Vuol dire che era destino» scherza con la gente che spinge per raggiungerlo o almeno immortalarlo in foto.
Lui racconta che quando era ragazzino la sua famiglia ha attraversato un periodo di «miseria nera». È proprio allora che è saltata fuori la mentalità imprenditoriale: «Venivo qui al mercato a raccogliere gli scatoloni, li portavo a casa, li bagnavo e appallottolavo, poi li vendevo perché c’era bisogno». Altri tempi. Adesso va in giro per le bancarelle a chiacchierare con gli ambulanti, ride e scherza di politica e non solo. Guarda negli occhi un ragazzo che vende la sua mercanzia proprio lì all’isola: «Si vede che tu hai avuto un sacco di donne». Fulvio Signori non ha il coraggio di smentirlo, poi si confessa con i giornalisti: «Io un conquistatore? No, ho una sola donna perché è quella giusta. Però non glielo dico perché se la vede me la frega...».
Poco distante, i pensionati di Carlo Fatuzzo regalano pasta gratis a chi non riesce ad arrivare a fine mese o così dice. «Prodi? A casa! Berlusconi? Al governo! Pensionati? All’attacco» gli slogan del partito della quiescenza. Berlusconi non si unisce a chi distribuisce viveri, respinge il paragone con Achille Lauro, l’armatore monarchico che distribuiva generi alimentari ai napoletani. «No, non c’entro. È un’iniziativa di Fatuzzo» dice prima di addentrarsi tra le stole e le tende del mercato.
C’è spazio per una battuta a sfondo sexy. «Presidente, ha la cerniera lampo abbassata» gli fanno notare. «Sono sempre pronto» risponde senza esitazione. Sapete come si dice? Estote parati, siate pronti. Citazioni religiose che non emergono a casaccio. «Da giovane ho quasi vinto un certamen di catechismo in italiano e latino. Però c’era un’imperfezione nella traduzione, risplenda al posto di splenda. Gli esaminatori non se ne erano accorti, mi ha denunciato il ragazzo che è arrivato primo».

Corsi e ricorsi della storia.

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