Cristiano Gatti
Si ritroveranno in chiesa, davanti allo stesso altare, come un tempo avevano sognato. Tutto diverso, però, il cerimoniale: né scambio d'anelli, né marcia nuziale, né cappellini assurdi in testa alle vecchie zie. Nessun matrimonio di letizia, per Mauro e Simona. Dolore e pena, all'improvviso, sul loro amore eterno. Il prete potrà unirli soltanto nel più triste dei funerali.
C'è una cronaca invadente e oppressiva, in questItalia post-elettorale che si avvia alle leggerezze dell'estate. Strage tra i nostri soldati in missione di pace, strage nella famiglia di Ischia sepolta da una frana. Si macina lutto a ritmo continuo. È difficile tenere dietro alla macabra cadenza del destino. Ma ci sono fatti e coincidenze che ancora riescono a scuotere e a stupire. Quasi che lo stesso destino volesse dare continue prove di quanto il suo estro sia vario e inesauribile. Due fidanzati di Forlì, sabato sera, appena dopo la mezzanotte: tutti e due morti, in due distinti incidenti stradali, in due luoghi diversi della propria città. Chiamati nella stessa notte, nello stesso modo, sulle stesse strade dove sono nati e si sono amati. Una fatalità incredibile e agghiacciante. Poi vai a spiegarlo, tutto l'estro del destino.
Al 118 di Forlì non scorderanno mai questa notte. Alle 24,13 arriva una chiamata dalla zona del Palafiera: un giovane in moto schiantato ad alta velocità contro un palo, nel mezzo di una rotonda. Dai primi rilievi si accerta che è Mauro Manucci, 29 anni, cuoco nel locale ospedale Pierantoni-Morgagni. Vive in un appartamento sopra la casa dei genitori, anch'essi infermieri, alle porte della città, lungo la Cervese, la strada che porta al mare. Guidando la sua Yamaha, un gioiello che si era concesso da poco tempo, è andato a sbattere, senza un perché. Tutto da solo, sotto la pioggia. Quando lo raccolgono è ancora vivo, ma le sue condizioni non lasciano speranze. Morirà prima ancora di arrivare all'ospedale. Il suo ospedale.
Mentre tutto questo si compie, il 118 riceve una seconda chiamata. Sono le 24,33, esattamente venti minuti dopo la prima. Stavolta si segnala una Citroën finita fuori strada nei pressi di Roncadello, in periferia. La ragazza che guidava non dà segni di vita. Morta sul colpo, carambolando sin dentro a un fosso, vicino a casa. È Simona Acciai, 27 anni, una ragazza molto conosciuta nella zona, perché a tempo perso fa anche la barista. L'orrore è totale quando col passare dei minuti il funesto puzzle degli incroci familiari e delle anonime storie si ricompone al Pronto soccorso: Mauro e Simona sono - erano, saranno - fidanzati.
Ha senso adesso chiedersi perché? Stavano insieme da diversi anni. Fino a qualche tempo fa, sotto lo stesso tetto, nella casa di Mauro: da due mesi, invece, la ragazza aveva preferito tornare in famiglia. Lui aveva un buon lavoro, nella mensa dell'ospedale. Lei stava frequentando un corso per diventare infermiera professionale, sempre nell'ospedale della città, dove incrociava Mauro. Si sarebbe diplomata a luglio. Poi, progetti tutti da imbastire: un matrimonio, una casa, una famiglia. Progetti normali di una coppia normale, di quell'Italia normale che nonostante tutto ancora esiste, dentro le pieghe nascoste del vivere quotidiano.
Talvolta, però, le cronache vanno a stanare questa Italia anonima e normale per catapultarla sul grande palcoscenico dell'inverosimile. La morte di Mauro e Simona è talmente strana ed eccezionale, in questa sua ignara simultaneità, che gli inquirenti vogliono tentare almeno di dare un senso. Una spiegazione logica. C'è chi teme che l'ultima serata di Mauro e Simona possa essere questa: lei sta tornando a casa in macchina e magari è al telefono proprio con Mauro, che le parla da casa sua. All'improvviso Simona perde il controllo e finisce fuori strada, mentre dall'altra parte il fidanzato ascolta in diretta il clamore del disastro. Eccolo allora precipitarsi verso la moto e partire a tutta velocità. Sconvolto. Troppo sconvolto per guidare con prudenza. Così da non arrivare mai a soccorrere la sua amata... Che poi arrivi prima al 118 la chiamata per l'incidente di Mauro non è fondamentale: Simona è in fondo a un fosso, in una zona deserta, potrebbero averla notata con diversi minuti di ritardo. Solo i tabulati aiuteranno a chiarire se l'ipotesi sta in piedi.
Ma forse non è così che finisce la storia di Mauro e Simona. Forse davvero sono andati incontro alla fine in solitudine, completamente ignari l'uno dell'altra. È una storia comunque strana e difficile. Ma mentre noi ci affanniamo a scovare un barlume di logica, più che altro per placare un poco il bruciore dell'incomprensibile e dell'inspiegabile, Mauro e Simona già assaporano tutta la diversità di un'altra vita e di un'altra dimensione, là dove tutto si spiega.
Cristiano Gatti
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