Simoncelli, pole e insulti Ma Lorenzo lo difende: «Smettetela con i fischi»

La dimensione del fenomeno Simoncelli che centra la sua prima pole proprio in casa del nemico non sta tutta nei suoi capelli ma nelle parole che Valentino Rossi (settimo a 8 decimi da Marco e reduce da una scivolata al mattino) regala nel dopo qualifiche di Barcellona: «E’ stato bravissimo, però comincio ad essere preoccupato… perché continuate a farmi domande su di lui». Parole che danno l’esatta misura di quanto il ragazzone romagnolo stia realizzando e di come il suo nome vada sempre più insinuandosi nel cuore dei tifosi. Senza poi sottovalutare certe coincidenze dello sport che accompagnano solo i più grandi e che Marco sta sfruttando con involontaria naturalezza. Ad esempio, il fatto stesso che Simoncelli si sia trovato a vivere l’attuale exploit in MotoGp nella stagione in cui Rossi più fatica, rappresenta un jolly mediatico unico. Quasi che il Dio delle corse avesse voluto dirgli prendi questo tram adesso perché appena torneranno il Dottore e la Ducati ci sarà poco spazio per fare e per parlare di te. In merito chiedere a Dovizioso, che il suo Gran premio l’ha silenziosamente vinto, nel 2009, con Valentino che all’epoca strapazzava il mondiale e si prendeva sempre l’attenzione di giornali e tv.
Fatto sta, Marco non se l’è fatto ripetere. Quest’anno il mix esplosivo di talento e simpatia e follia – guarda caso quasi accostabili al primo Rossi – l’ha portato alla ribalta a suon di prestazioni e delusioni, a suon di numeri e pasticci (che Valentino non combinava) culminati nel moto scontro con Pedrosa, a Le Mans, due settimane fa. Praticamente un disastro d’immagine che l’ha però catapultato in pianta stabile al centro dei pensieri di colleghi e tifosi amici e nemici con il risultato di essere giustamente criticato per la manovraccia costata la frattura della spalla a Pedrosa e ingiustamente additato a pericolo pubblico numero uno da molti altri piloti, i vari Stoner, Dovizioso, Lorenzo.
Fatto sta, il Sic è in pole. E lo è, a riprova che i campioni predestinati acchiappano certi tram e non altri, proprio a Barcellona, a casa di Pedrosa ferito, a casa di Lorenzo terzo e arrabbiato, a casa di qualche squilibrato che nei giorni scorsi l’aveva minacciato di morte via mail costringendolo a vivere sotto scorta. Insomma, è davanti a tutti in casa del nemico e per riuscirci non ha trascurato nulla: prima ha chiesto scusa per Le Mans, poi ha tolto la pole all’altra Honda iper sponsorizzata da un benzinaio iberico, quella del fenomeno bizzoso Stoner, ovvero uno dei leader della protesta contro le sue scorribande in pista. In più gliel’ha soffiata quando mancavano trenta secondi e gliel’ha portata via per sedici millesimi e dopo che l’australe aveva fin qui dominato in lungo e in largo il week-end motoristico. Quindi, per non farsi mancare proprio nulla, il Sic, appena sceso dalla sua Honda patatina del team Gresini, ha salutato chi fra il pubblico lo applaudiva facendo finta di non sentire i molti fischi e i cori contro, e soprattutto ignorando la selva di gestacci dito-muniti talmente eccessivi da spingere l’idolo di casa Lorenzo a intervenire: «Il pubblico deve smetterla di fischiarlo e insultarlo. Simoncelli è un grande pilota e, soprattutto, è una persona… una persona che ha sbagliato e ora sta imparando dai propri errori».


Una persona che ringrazia per le belle parole di colui che in fondo è stato il vero artefice della protesta contro il suo modo di correre e che però ormai ha in testa altro: «Sinceramente» spiega Marco «non mi aspettavo di fare il miglior tempo, però devo dire che adesso sono molto più rilassato rispetto alle ultime due settimane… Andare in moto aiuta a dimenticare, e la pole è il modo migliore per cancellare l'incidente con Pedrosa e il brutto episodio delle minacce. E ora, in gara, ce la metterò tutta».
Come sempre. E che nessuno dica che non era stato avvisato.

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