Al sindaco donano carbone e Veltroni snobba i centauri

Una calza con dossier sulle buche stradali per il primo cittadino Ma il Campidoglio non riceve i motociclisti

Niente dolci per Veltroni nella calza dei motociclisti. La Befana ha portato quest’anno al Primo cittadino due cordoli stradali rotti, recuperati a piazza Vittorio e causa di una brutta caduta per un motociclista, e una corona di fiori. La speranza era quella di consegnarli direttamente, se non nelle mani di Veltroni, almeno in quelle di Mauro Calamante, l’assessore alla Mobilità capitolino, che l’anno scorso ha ricevuto la statuina di un centauro con il cappio al collo. Ma i motociclisti questa soddisfazione ieri non l’hanno avuta, per cui, amareggiati, sono saliti con le moto fin sotto gli uffici comunali e hanno lasciato la calza a un usciere. «I cordoli che proteggono le corsie preferenziali - spiega Mauro Elefante, presidente del Motoclub-Coordinamento Motociclisti, una associazione che solo a Roma conta più di mille iscritti - non rappresentano l’unica fonte di pericolo, perché la cattiva condizione del manto stradale, i lavori sempre in corso, i sampietrini sconnessi e scivolosi, le buche grosse come voragini e i tombini rialzati causano ogni anno centinaia di incidenti». Quanto alla corona di fiori, «simboleggia la morte delle moto “euro zero” - sottolinea Riccardo Forte, presidente del Coordinamento Motociclisti - in quanto una norma ha stabilito che, fra due anni, non potranno più circolare all’interno dell’anello ferroviario». Il risultato? «Le moto sono deprezzate e difficili da vendere, eppure il governo ha imposto una tassa raddoppiata rispetto allo scorso anno proprio per gli euro 0». La delibera n.7 del 21 gennaio del 2004 stabiliva che dal primo gennaio del 2007 moto e motorini euro 0 a due e a quattro tempi non avrebbero più potuto accedere all’interno dell’anello ferroviario. «Per due anni abbiamo protestato con il Comune - ha ricordato Forte - ma tutto ciò che ci è stato concesso è una proroga di due anni per i 4 tempi e di un anno per quelli a 2 tempi dei residenti all’interno dell’anello ferroviario».
Insieme ai «doni» della Befana, i motociclisti hanno preparato anche un dossier fotografico con la mappa delle strade di Roma più dissestate, le buche più pericolose, i cordoli più nascosti e quelli peggio segnalati (praticamente tutti, avvertono). Roma ha conquistato il non invidiabile record di città più pericolosa d’Italia per i motociclisti. Secondo i dati riportati dall’associazione di consumatori Codici, che a settembre del 2004 ha aperto uno sportello sulla sicurezza stradale, più della metà delle vittime nel Lazio si registra in incidenti che avvengono nella capitale. Gli incidenti totali che hanno visto coinvolti i mezzi a due ruote sono stati, nel 2005, oltre 19mila. Un bollettino di guerra che l’amministrazione capitolina continua a ignorare. «Ma noi non ci arrendiamo - avverte Forte - continuiamo a mandare lettere di protesta all’assessore Calamante e al sindaco, segnalando i tratti di strada più pericolosi, come via Ostiense, via Casilina e via Prenestina. Ma anche tante strade del centro sono pericolose: via IV Novembre, via dei Fori Imperiali e molti tratti di piazza Venezia. Possiamo senz’altro affermare che la situazione è catastrofica per tutta la fascia della capitale racchiusa entro l’anello ferroviario». Raramente il Comune risponde in tribunale delle buche killer o dei cantieri aperti senza un’adeguata segnaletica. «C’è un continuo scaricabarile tra le ditte addette alla manutenzione stradale e gli uffici del Comune - testimonia Daniela - per cui diventa difficile individuare delle responsabilità precise.

Una causa intentata contro l’amministrazione comunale rischia di trascinarsi per anni». I centauri stigmatizzano, infine, anche i divieti di circolazione e le domeniche ecologiche, che «penalizzano i meno abbienti e non riducono l’inquinamento».

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