Sindaco «straniero»: o è Messi oppure attenti ai Musso

Sindaco «straniero»: o è Messi oppure attenti ai Musso

(...) non è il 50,1 per cento al primo turno, ma anche solo il 20 per cento per puntare al ballottaggio. Fra l’altro, ricordiamoci che non sempre cercare il campione straniero porta bene. A me, ad esempio, Enrico Musso ricorda da vicino Luis Silvio Danuello. Chi era costui? Un brasiliano che arrivò alla Pistoiese nel 1980 quando riaprirono le frontiere per i calciatori. Alla prima uscita entusiasmò il pubblico di Pistoia con una serpentina sulla fascia. Ma quella serpentina se la ricordano ancor oggi, visto che non ebbe particolari seguiti e Luis Silvio collezionò solo sei presenze in A. Ecco, lo (straordinario, commovente e coinvolgente) discorso di Enrico Musso ai Magazzini del Cotone, funzionò così.
E poi, non tutti gli stranieri sono Messi. Ci sono anche i Vampeta dell’Inter o i Cesar Gomez che i dirigenti della Roma comprarono a Zeman, confondendosi con Paz, perché il loro tecnico disse di acquistare «quello che finisce con la zeta». Ecco, il rischio è di candidare sindaco uno così.
E allora molto meglio scegliere uno di quelli che fanno dell’identità la loro bandiera: da Matteo Rosso, uno che ha fatto il pieno di preferenze ogni volta che andava fatto, il fuoriclasse assoluto quando c’è da convincere gli elettori a scegliere, alla pasionaria Raffaella Della Bianca, dal capogruppo Pdl in Comune Matteo Campora al numero uno della Lega in Regione Edoardo Rixi. Uno che può dire di aver mollato un posto sicuro a Roma ottenuto senza preferenze per andare a conquistarsi quello in Regione con le preferenze. Insomma, lo slogan, «L’uomo che ha lasciato Roma per Genova», ce l’ha già.
Questi solo per dire della prima fila, di quelli della pole position. Ma, alle spalle, ci sono anche altri ottimi potenziali candidati: da Lilli Lauro, capace di abbinare selvaggeria e passione, a Roberto Cassinelli, un vero signore della politica. Da Pierluigi Vinai, in grado di pescare in trasferta nel mondo cattolico e sociale, a Gianni Plinio che, anche da responsabile sicurezza del Pdl, ogni giorno è sempre «sulla palla», passando - perché no? - per un giovane consigliere regionale secchione come Lorenzo Pellerano. Senza contare Sandro Biasotti, che affidò proprio al Giornale la sua disponibilità a candidarsi a sindaco e che potrebbe tornare in campo, anche se probabilmente la sua nuova avventura imprenditoriale al bar «La Piazza» di piazza Leonardo Da Vinci ad Albaro rischia di distrarlo rispetto a una campagna lunga ed estenuante come quella per le comunali. E poi ci sono tanti possibili outsider, a partire da Andrea Cambiaso di Liguria Moderata, che difficilmente sarà il candidato, ma finora è stato l’unico ad avere il coraggio di metterci la faccia e candidarsi ufficialmente.

Insomma, non è necessario cercare uno «straniero», spesso con l’unico pregio di essere straniero. Anzi, a volte, sarebbe sufficiente guardare in casa propria.
E, soprattutto, guardare ai propri elettori. Che meritano molto di più del centrodestra di oggi.

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