Piera Anna Franini
La Verdi ha mantenuto la promessa. Quella di festeggiare Dmitrij ostakovic con un concerto a centanni dalla nascita del compositore vale a dire ieri e unemissione discografica unica in Italia: lintegrale delle Sinfonie. Un progetto, da ieri realtà, che tradotto in numeri sta per quindici Sinfonie, incise per letichetta tedesca Arts dal 2002 ad oggi, raccolte in dieci cd al costo promozionale di cento euro. A capitanare limpresa, mai affrontata da una compagine italiana, è lOrchestra e Coro Verdi di Milano diretti da Oleg Caetani, musicista italiano per parte di madre e russo per parte di padre (il grande Igor Markevitch), studi con Franco Ferrara, a Parigi con Nadia Boulanger e a San Pietroburgo con Ilya Mussin.
È ancora in atto, in Italia, il processo di riscatto di ostakovic, stretto fra i due grandi russi del Novecento, Prokofiev e Strawinsky, letti e riletti, definitivamente acquisiti nel repertorio corrente. Lo stesso Caetani è franco. «Quando studiavo a Roma ero totalmente disinteressato a questo compositore. La scoperta avvenne con il mio trasferimento in Urss, e dagli anni Settanta iniziai a dirigere ostakovic sempre più».
Unattrazione crescente culminata nellidea di passare su disco tutte e quindici le Sinfonie. E considerato «il mondo sonoro delle compagini italiane» la scelta cadde su unorchestra italica, la Verdi. «ostakovic ha scritto solo due opere ma è profondamente operistico, non manca di citare Verdi o Rossini, dietro la sua musica si muovono sempre vicende e situazioni psicologiche», osserva Caetani. La Verdi ha una personalità anzitutto sinfonica, ma «ha comunque il melodramma nel sangue» osserva il direttore che, quanto allinterpretazione, assicura fedeltà al testo salvo i ritocchi di metronomo: staccare i tempi prescritti da ostakovic è pressoché impossibile.
I luoghi comuni,poi, sono duri a morire.
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