da Roma
Tutti pazzi per Pecoraro. Se non altro sulla rive gauche della maggioranza. E quindi, via con il contrattacco a Panorama, con in testa Giovanni Nani, portavoce del ministro dell’Ambiente, che parla di «toni scandalistici» e di «assurdità». Il settimanale scrive che i niet di Pecoraro Scanio ci costano tra i 40 e i 200 milioni di euro? Nani risponde che è «assurdo attribuirgli veti o atti assolutamente non nella disponibilità del ministro». Tanto che, insiste, «nei 14 mesi del governo dell’Unione la commissione Via, peraltro nominata dal precedente governo, ha concluso più procedimenti rispetto al periodo precedente. Quanto ai rigassificatori, tutte le procedure Via (valutazione di impatto ambientale, ndr) per quelli nuovi, ad eccezione dell’ultimo (Panigaglia) presentata da poco, sono fermi per la mancanza dei pareri del Consiglio superiore dei lavori pubblici che deve esprimere il proprio orientamento sulle opere portuali connesse». Nani annuncia anche che il ministro salernitano «chiederà i danni per questa incredibile aggressione». Se sarà ottenuto, il risarcimento servirà, naturalmente, «ad ampliare il progetto di riforestazione lanciato proprio da Panorama con il sostegno del ministero dell’Ambiente qualche mese fa».
Da parte sua, Angelo Bonelli evoca addirittura «una strategia di criminalizzazione». È irritato, il capogruppo dei Verdi alla Camera, perché «al ministro dell’Ambiente non è nemmeno stata data la possibilità di replicare». E il «mandante» è «chi vorrebbe continuare a inquinare come se niente fosse, perché si vuole che il profitto economico prevalga sulla salute e sull’ambiente». Bonelli giudica «falsissimo, che i Verdi stiano bloccando chissà cosa: ad esempio, a bloccare il gasdotto pipeline del collegamento con la Tunisia è stata l’Eni, che è stata anche condannata; nel nostro Paese ci sono cinque siti di stoccaggio del gas liberi per colpa della concorrenza che si fanno le società». Ecco che, allora, «siamo di fronte a una questione di democrazia che, a questo punto, costituisce un problema che riguarda tutta la coalizione», tuona Bonelli. E su questo non c’è dubbio, visto che Pecoraro non ha un rapporto esattamente idilliaco nemmeno con Di Pietro e Bersani.
Nel riconfermare la sua stima al ministro, che nell’articolo di Panorama è chiamato «il sòla che ride», Titti Di Salvo ne elogia il «lavoro prezioso e faticoso per garantire l’impegno dell’Italia nella tutela all’ambiente». È una buona occasione per tornare sul difficile capitolo finanziaria, e battere cassa. Per garantire uno «sviluppo sostenibile», il capogruppo Sd a Montecitorio chiede al governo di incrementare «gli investimenti per le politiche a tutela dell’ambiente».
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