Adesso si scopre che anche Italo Bocchino, gran moralizzatore della politica e degli intrecci tra la Rai e i partiti, nel suo piccolo la privatizzazione lha già realizzata. Nel senso che, di certo casualmente, si trova al centro di una triangolazione favorevole. Era il tassello che mancava: uno chiede che i partiti escano da Viale Mazzini. Ma intanto, finché ci restano, si gode la rendita di posizione, come si diceva una volta. Sia chiaro, il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà non è il beneficiario diretto, lui fa un altro mestiere. Le produzioni di film e fiction come «Il Grande Torino» o «Anita» (attualmente bloccata dal Cda Rai) le firma sua moglie Gabriella Buontempo, titolare della Goodtime Enterprise. Ma il Risiko è perfetto e invidiabile lo stesso.
La scoperta la si deve a Report di Milena Gabanelli. Nella puntata dellesordio stagionale la virago di RaiTre indagava su poltrone, cumuli di cariche e conflitti dinteresse nelle società pubbliche. A luglio cera da rifare lorganigramma di Rai Cinema, società controllata dallazienda del cavallo morente. E anche se il codice interno di Viale Mazzini richiede che la metà dei consiglieri siano interni allazienda, i tre neo-nominati risultano tutti esterni. Sono lavvocato Franco La Gioia, vicecommissario Inail, la cui competenza cinematografica è tutta da verificare, Gloria Tessarolo, consigliera comunale leghista di Oderzo (Treviso), e Angiola Filipponio Tatarella, docente universitaria nonché vedova di Pinuccio, gran teorico dellArmonia. Scartabellando alla Camera di commercio, Giovanna Boursier di Report scopre anche che la signora Tatarella è socia di Italo Bocchino, proprio lui, nella Edi Holding Srl, una società satellite del quotidiano Il Roma.
Al telefono con la giornalista però la vedova di Pinuccio tenta di negare la società con il delfino finiano. Poi, di fronte alla visura camerale («Lui ha il 20 per cento lei l80, ce lho qui davanti», scandisce la giornalista), è costretta ad ammettere: «Sì, ma è una società che praticamente non cè più». In sostanza, afferma la signora Tatarella, lei «era» socia di Bocchino. Ma la giornalista cita laltra società, la famosa Goodtime Enterprise con la quale la moglie di Bocchino produce cinema. Dunque, la incalza, se lei è o era socia di Bocchino e ora è anche nel consiglio di Rai Cinema, vien da chiedersi se cè conflitto d'interessi, se è tutto normale. «Non so se cè conflitto dinteressi in una cosa in cui non credo di esserci ancora», si arrampica la signora Tatarella. Che un attimo dopo però deve ammettere anche che con la signora Buontempo ha «una relazione amicale. Se lei mi chiede se sono amica della moglie di Bocchino certamente le dico di sì». A questo punto la domanda sorge spontanea, direbbe Antonio Lubrano che lì a RaiTre era di casa: non potrà capitare che, al momento di vagliare le produzioni, la consigliera di Rai Cinema cada in tentazione e finisca per favorire quelle dellamica nonché moglie dellex socio? A questo punto la signora Tatarella sirrigidisce e rivendica la propria specchiata moralità: «Io ho fatto non so per quanti secoli il docente universitario e sono nota per non aver mai accettato una raccomandazione, quindi, voglio dire, questa domanda francamente non mi piace per niente». E non cera da dubitarne. Le domande che portano a galla troppe coincidenze non fanno piacere a nessuno.
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