La sinistra che guarda sempre indietro

(...) E così, negli ultimi tempi, fra un litigio e l’altro sulla formazione della giunta e sul piano casa, il centrosinistra ligure si è segnalato solo per due battaglie epocali. Nel senso letterale della parola. Stiamo parlando di roba «d’epoca»: penso ai reiterati interventi per revocare l’intitolazione della caserma della Forestale di Lavagna a Michele Menechini, comandante della Forestale di Borzonasca, ucciso il 23 giugno 1944 mentre rientrava a Chiavari in bicicletta sotto gli occhi della sua figlioletta. La colpa di Menechini, in assenza di testimonianze che affermino che fosse un assassino e un torturatore? Aver fatto parte della Forestale durante il fascismo, un corpo che poi fu assorbito dalla Guardia Nazionale della Repubblica di Salò.
Una colpa, par di capire, gravissima per gran parte della sinistra ligure. Che, a partire da Claudio Burlando che ne ha fatto la bandiera del suo 25 aprile, passando per i deputati liguri del Partito democratico che hanno portato il caso in Parlamento, fino alla stragrande maggioranza del Consiglio provinciale di Genova, ha fatto una grande battaglia per revocare l’intitolazione della caserma a Menechini. Per la cronaca, sono gli stessi che - ad eccezione del segretario e consigliere regionale del Pd Lorenzo Basso, l’unico ad avere avuto il coraggio di rompere (seppur parzialmente) il silenzio - non hanno mai risposto al nostro invito a portare insieme un fiore sulle tombe dei vinti, a cui è stato negato anche il diritto alla memoria.
Non voglio certo rivalutare Salò, ma gli eroi che hanno fatto della battaglia contro il nome di un morto il loro orizzonte politico, non mi entusiasmano. Anche perchè alcuni di loro sono gli stessi che vogliono festeggiare il giugno del 1960, cioè delle manifestazioni e degli scontri di piazza contro un partito regolarmente rappresentato in Parlamento, il Movimento sociale, che voleva soltanto celebrare il suo congresso, cioè il punto più alto di democrazia interna.

Diritto tutelato dalla Costituzione, che però viene ricordata solo quando fa comodo.
È questa la sinistra di oggi a Genova? Possibile che, alle nostre latitudini, «riformismo» sia solo una parola vuota? Domani cercheremo di rispondere.