Dopo il coro di sdegno contro le accuse di Gianni Plinio (addirittura espulso dallaula perché chiedeva con foga di approvare il documento contro il no della maggioranza), il centrosinistra in Regione fa retromarcia e vota allunanimità lappello per lestradizione di Marina Petrella, la brigatista rossa che la Francia si rifiuta di rimandare in Italia. Per salvare la faccia, non viene votato pari pari lordine del giorno del capogruppo di An, ma si offre a Rifondazione una via di fuga, consentendo a Marco Nesci di farsi promotore di un altro ordine del giorno che ingloba quello di Plinio e fa riferimento a «tutti i terroristi» e non solo della compagna Petrella. Viene così mandato in archivio limbarazzante rifiuto opposto dalla sinistra radicale (e spalleggiato dal Pd) che aveva portato il presidente del consiglio regionale a impedire la votazione sullordine del giorno di Plinio dopo essersi clamorosamente comportato in maniera opposta su un simile documento della maggioranza. Scatenando così le ire del capogruppo di An.
Finito di discutere di terrorismo e rapporti internazionali, lassemblea legislativa regionale si è concentrata su temi assai più locali, ma non meno fondamentali, come quello dellacqua da bere in aula. Le bottigliette finora poste sui banchi di politici, funzionari e giornalisti sono prodotte da aziende con sede fuori Liguria. Lo hanno fatto notare i consiglieri di Forza Italia Gino Garibaldi e Gabriele Saldo che hanno chiesto ai colleghi di modificare comunque, attraverso un ordine del giorno, lattuale fornitura della minerale. Gli azzurri chiedono invece che la Regione si fornisca di acqua minerale ligure, magari quella della Santa Rita di Nè.
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