Emanuela Fontana
da Roma
Piace ai cattolici e ai conservatori, un po meno allala più laica della maggioranza, lopposizione lo accusa di «ingerenza» negli affari spagnoli. Con un intervento antizapaterista, contro le nozze gay e secondo i dettami della Chiesa, il presidente del Senato Marcello Pera ha lanciato la sua sfida: confermandosi vicino a papa Ratzinger e alla corrente neo-conservatrice che si basa sui principi cattolici per una morale solida si ritrova bersaglio di sinistra, radicali e «spagnoli», ma non solo. Così il Pera «Papa laico», come lo chiama il comunista Gianfranco Pagliarulo, diventa il centro del dibattito politico. «Non sono in discussione le sue idee - commenta il direttore de La Rinascita della sinistra -. È in discussione la sua crociata. Il recente carteggio fra Pera e il cardinale che è diventato il Sommo Pontefice non autorizza la seconda carica dello Stato italiano a ritenersi un papa laico».
Se lopposizione grida a un «ritorno allinquisizione» (Katia Bellillo, Pdci) la presa di posizione sui matrimoni omosessuali della seconda carica dello Stato compatta il fronte di nuovi e vecchi conservatori. Il ministro Roberto Calderoli è ancora più netto di Pera: «I matrimoni gay non sono una conquista e neppure un capriccio: sono un atto contro natura e quindi un attacco diretto alla famiglia vera». E chiarisce: «La lotta contro le discriminazioni sessuali è una cosa, i matrimoni gay sono unaltra». Nella maggioranza però non tutti apprezzano lintervento sulla decisione del parlamento di Madrid. Dario Rivolta, responsabile Esteri di Forza Italia, esce allo scoperto: «Mi auguro che gli spagnoli siano abbastanza signori da voler credere che Pera e Casini abbiano parlato come membri di un partito e non nella loro carica istituzionale», e solo per questo, sostiene, lItalia non rischia lincidente diplomatico: «Stupisce come a volte - commenta Rivolta - mischiando i due ruoli anche in Italia, sia Pera che Casini abbiano fatto delle affermazioni che non ci si aspetterebbe da un'alta carica dello Stato». Bisogna avere «rispetto», conclude, per le scelte di un altro Paese.
Insiste sullaspetto diplomatico della vicenda il vicepresidente dello Sdi, Roberto Villetti: «È davvero sorprendente che il presidente del Senato Marcello Pera abbia compiuto una così clamorosa ingerenza negli affari interni della Spagna. Ci sono dei ruoli istituzionali a cui ci si deve attenere». LArcigay reagisce con una nota del presidente, Sergio Lo Giudice: «È un brutto giorno per le istituzioni della Repubblica quello in cui il presidente del Senato arriva a definire capricci la richiesta di riconoscimento di pari diritti per le persone gay e lesbiche italiane». Secondo il radicale Daniele Capezzone si sta svolgendo una «rincorsa tra Pera e il presidente della Camera Pierferdinando Casini: finito il comizio italiano di questultimo, riprende quello internazionale del suo dirimpettaio».
Va in difesa del presidente del Senato anche un altro esponente del centrodestra di area dichiaratamente cattolica e conservatrice sui temi della famiglia, Riccardo Pedrizzi di An, secondo il quale chi parla di valori cristiani viene attaccato a prescindere: «Quella di Pera è unanalisi lucida - interviene -. Tanto che è già pronta per lui, laico non credente dichiarato, laccusa di confessionalismo, clericalismo, neoguelfismo o integralismo». La spinta laicista secondo Pedrizzi non porterà lontano: «Se settori importanti della cultura laica convergono su questa analisi, sviluppando uninedita convergenza con la cultura cattolica - valuta - è proprio perché sentono come ineludibile problema del nostro tempo quello della necessità di recuperare e riprendere il senso della vita individuale e collettiva». Cè stato un ritorno alla Chiesa «perché è lultima grande agenzia di senso del nostro tempo».
È un «fanatismo laicista» quello che si è scatenato contro Pera, dice il viceministro per i Beni e le Attività culturali, Antonio Martusciello. E domanda: «Vorremmo sapere che cosa ne pensa di questa intolleranza dei suoi alleati il cattolico adulto Romano Prodi».
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