Bilancio e piano regolatore del porto di Savona agitano ben più del previsto laria nella Sala verde, per lultima seduta di consiglio regionale prima della pausa estiva, e provocano una clamorosa spaccatura nella maggioranza di sinistra, con tanto di lite finale fra due esponenti di Rifondazione comunista. Chi si aspetta, insomma, unatmosfera soporifera, con tanto di sbadigli trasversali, è costretto da subito a ricredersi, anche per via di due scafati esponenti del centrodestra che fanno di tutto per scoperchiare la pentola delle contraddizioni della maggioranza. Parte, lancia in resta, lex governatore Sandro Biasotti che, a proposito del piano regolatore portuale messo a punto dalla sua squadra nel passato ciclo amministrativo, ha buon gioco nello smontare i meriti che ora si attribuisce la giunta Burlando. Una giunta, del resto, che è in preda alle contraddizioni: lo rileva anche il consigliere di Forza Italia Luigi Morgillo, protagonista appena ventiquattrore prima di una durissima requisitoria sul bilancio, e risoluto, adesso, a «stanare» gli esponenti del partito di Bertinotti (lassessore Franco Zunino e il consigliere Lorenzo Casté) per costringerli a manifestare pubblicamente la loro presa di distanza dal piano portuale della maggioranza di cui pure fanno parte. Tantè che, a un certo punto, si assiste al battibecco «franco e cameratesco» (come ai bei tempi del Soviet) fra i due rifondatori, schierati su fronti opposti: favorevole Casté, contrario Zunino che giudica, fra laltro, eccessivo lo spazio concesso alla piattaforma multipurpose in mezzo alla rada di Vado e speculativo lo scalo turistico della Margonara.
«E pensare - sottolinea gongolando il consigliere Matteo Marcenaro della Lista Biasotti - che proprio Rifondazione si era sempre opposta nei Comuni di Savona e Vado, amministrati dalla sinistra, a questa ipotesi di piano regolatore». Contrari si erano sempre dichiarati anche i Verdi, ai quali si dedica - con labituale aplomb anglosassone mixato al vetriolo - il capogruppo di An Gianni Plinio, annunciando il suo voto contrario al piano: «Siamo noi i veri difensori dellambiente - sbotta Plinio -. I Verdi, invece, ecologisti a parole, sono in pieno imbarazzo e ignorano persino le riserve di un benemerito sodalizio come Italia nostra». Fatto sta che, alla fine, i Verdi Cristina Morelli e Carlo Vasconi si mantengono perplessi e preferiscono astenersi. Rifondazione vota invece a favore, «sconfessando di fatto - insiste sempre Marcenaro - le posizioni delle segreterie locali del partito , ma anche quelle del savonese Zunino che non aveva neppure partecipato alla votazione in giunta proprio per le perplessità legate ad alcuni aspetti del piano.
La sinistra naufraga nel porto di Savona
Il consigliere Plinio (An): «Gli ecologisti in giunta capaci solo di astenersi»
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