(...) proprietà della Regione» e, qualora avvenissero episodi analoghi, «a manifestare lidentica fermezza e tempestività dimostrata dalle autorità bolognesi dal sindaco Sergio Cofferati nel ripristinare la legalità».
Dodici voti a favore, venti contrari preceduti dalla solita bagarre. Il capogruppo di An, Gianni Plinio, che cita lex facoltà di Economia di via Bertani occupata dal laboratorio sociale Buridda e accusa il centrosinistra di «complice silenzio perché state dalla parte dellillegalità». Il consigliere diessino Luigi Cola che tira in ballo le forze dellordine: «Tocca a loro, cioè al ministero dellInterno, garantire la legalità, per esempio sulla mafia in Sicilia, che sta dalla vostra parte politica». Plinio sinfervora: «Questa è troppo grossa, io potrei dire che voi siete conniventi con le Br ma non lo dico». Cola si agita e scambia la connivenza con la convivenza: «Siete voi conviventi con le Br». Screzi, che però avvelenano il clima. Tocca ancora a Morgillo e a Plinio agitare le acque. Il presidente Claudio Burlando e il suo vice Massimiliano Costa non sono in aula, trattenuti da un incontro su Finmeccanica. Di qui la proposta di sospendere la seduta per aspettare Burlando per il dibattito sulle comunicazioni del presidente in tema di Sanità.
Il presidente del consiglio Mino Ronzitti fa notare che in aula sono comunque presenti gli assessori competenti al bilancio e alla Sanità, Marco Nesci il capogruppo di Rifondazione comunista si dice contrario alla sospensione, Ubaldo Benvenuti dei Ds sbraita qualcosa e si becca il richiamo di un Ronzitti sempre più indispettito, alla fine la proposta viene messa ai voti. E qui accade limpossibile: con un rapporto di 26 consiglieri a 14, il centrosinistra non riesce a garantire il numero legale di 21 presenti. Per ottenere la sospensione infatti, la minoranza esce dallaula, nel tentativo di farlo mancare. Detto fatto. Quando Ronzitti legge il risultato della votazione tutti restano attoniti: «Presenti 19, favorevoli 1, contrari 18, non cè il numero legale, la seduta riprenderà fra unora». Punto primo: perché lassessore Rosario Monteleone, Margherita, ha votato a favore della proposta del centrodestra? «Avrà sbagliato a schiacciare il tasto» ne prende le difese il collega di partito Giovanni Paladini. E perché Cola dei Ds è uscito pure lui con il centrodestra? «Non mi sembrava giusto fare il dibattito senza di te» bisbiglierà al bar allorecchio di Burlando.
Il resto è tutto un pasticcio. Perché in realtà il numero legale cera. Per dire, dallaula risultava assente Ronzitti, che pure presiedeva la seduta. E Moreno Veschi, che «invece labbiamo visto tutti votare, ma non gli si è accesa la luce del pulsante». Lopposizione se la ride: «Il sistema elettronico è affidabile, certo è preoccupante lavvio di una maggioranza così ampia che non riesce a mantenere il numero legale» gongola lazzurro Franco Orsi. «La verità è che cè un hacker del centrodestra che ha manomesso il computer» infierisce Plinio. Paladini insiste coi pulsanti: «Non è facile capire quale bisogna schiacciare e molti sono nuovi qui».
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