La sinistra non sa più aiutare i poveri

La sinistra non sa più aiutare i poveri

(...) E la sinistra che tanto ha fatto per ottenere il non governo di quel Municipio, anche stavolta non ha saputo capire che non si doveva fare giochetti politici su cose del genere. Per l’appunto, si trattava di dare al Comune un «parere» sul piano dell’assistenza alle famiglie indigenti. Era l’occasione, al limite, per dare magari qualche suggerimento, per migliorare, o anche solo per dire di essere d’accordo al fatto che qualche soldo arrivasse a destinazione. Ma nella sede del Municipio, la sedicente maggioranza contava solo 10 dei suoi consiglieri. Ne sarebbe servito ancora uno per essere sicuri di «comandare». Tantopiù che invece del centrodestra erano presenti in parecchi.
Il rischio era quello che, una volta dato inizio alla seduta, l’opposizione potesse abbandonare l’aula per non far passare punti cari alla sinistra. E per questo i consiglieri che sostengono il presidente Michele Razeti aspettavano nei giardini di Villa Piaggio che arrivasse l’undicesimo compagno. Niente da fare. È stato a quel punto che l’ex presidente, il biasottiano Enrico Cimaschi, si è avvicinato a Razeti per dirgli che il centrodestra avrebbe fatto passare il parere sugli aiuti ai più deboli. Anzi, che avrebbe addirittura votato apertamente a favore se fosse stata inserita anche una piccola ma significativa variazione. L’emendamento era volto a considerare lo stato di povertà in cui si vengono a trovare molti padri separati dopo una sentenza di divorzio. Nonostante la miopia della sinistra abbia voluto dire un «sì» preconcetto al piano proposto dal Comune senza accettare suggerimenti, Pdl, Lista Biasotti, Liguria Moderata, An e Altra Genova, hanno preferito far passare il documento offrendo la loro astensione. Togliendosi magari la soddisfazione di ridicolizzare l’imbarazzo della sinistra. «Ragazzi, che ne dite? - si è rivolto Cimaschi con un sorriso ironico ai suoi colleghi - Glielo facciamo questo favore?». Il tutto mentre Vincenzo Falcone di An preferiva «a microfoni spenti, inveire pesantemente contro il presidente del Municipio ed i suoi pochi alleati presenti in aula (gli altri erano raggruppati nell’ingresso) circa il vergognoso comportamento del Pd che pur di rimanere incollato sulle poltrone nella stanza dei bottoni, non permette il normale proseguimento dei lavori municipali».
Oltre al parere sugli aiuti, il centrodestra ha fatto in modo che venisse approvato (nell’ultimo giorno utile) il disegno del nuovo stemma del Municipio. Poi, lo schiaffo morale. L’uscita dall’aula e la mancanza del numero legale che ha costretto il presidente a dichiarare chiusa la seduta.

«Il monopolio demagogico della sinistra sul sociale è finito: i fatti smentiscono i proclami - sottolinea Roberta Bergamaschi in un comunicato congiunto dei gruppi consiliari di Pdl, Biasotti, An, Liguria Moderata - Dove è finito l'idealismo sociale del vecchio Pci sempre vicino, a parole, ai più deboli e agli ultimi? La verità è che la sensibilità sociale non è mai stata, non è, e non sarà mai monopolio di nessuno (e certamente non di questa sinistra che sa solo parlare) e che il centro destra ha dimostrato, come sempre, la sua attenzione concreta a questi problemi e a queste tematiche anteponendoli alla demagogia e agli interessi di bottega, e, ovviamente, in materia non intende accettare lezioni da nessuno».
E dire che si trattava di un voto inutile nei suoi effetti pratici.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica