Undici voti a favore e nove contrari. Due astenuti e due assenti. Il risultato dovrebbe essere chiaro per la votazione sulla mozione di sfiducia al presidente Domenico Minniti (Pd) e alla giunta che guida il Municipio Centro Ovest. L'uso del condizionale è d'obbligo. Perché per uno strano gioco del destino, il presidente si attacca al regolamento e pur non avendo più i numeri per governare, resta saldo sulla sua poltrona. Il regolamento approvato con deliberazione dal Consiglio comunale stabilisce infatti che, per poter passare, una mozione di sfiducia ha bisogno della maggioranza assoluta, vale a dire la metà più uno dei consiglieri eletti. Tradotto in numeri questo significa, che Minniti per essere «detronizzato» ieri avrebbe dovuto avere 13 voti contro. E la minoranza che ha sottoscritto e votato la richiesta di sfiducia (Pdl; Lega Nord, Udeur e Udc), non ci sta. L'opposizione rafforzata dal «salto» di Roberto Cifarelli - capogruppo del Gruppo Misto nel Centro Ovest, ed esponente di spicco dell'Udeur in Liguria (è il commissario regionale), che ha ufficializzato ieri il passaggio dalla maggioranza di centro sinistra alla minoranza di centro destra, votando la mozione di sfiducia al presidente Minniti -, e incalzata da Agostino Calvi capogruppo dei Verdi assente ieri alla votazione, trova poi, per alcuni versi anche l'appoggio di Rifondazione comunista. «Da una persona che siede in questo consiglio da quindici anni mi sarei aspettato maggiore impegno e rispetto - ha spiegato nel suo intervento Roberto Cifarelli -. La misura è oramai colma. L'immobilismo di presidente e giunta ci ha visti già da tempo molto critici. Bisogna trovare il coraggio di cambiare le cose, perché il municipio non muoia. Ed è per questo che tolgo l'appoggio alla maggioranza e passo all'opposizione».
La volontà di rinnovamento, l'accusa di una situazione di stallo che da tempo si trascina e la consapevolezza che il parlamentino non goda più della sua maggioranza sono anche le motivazione del consigliere dell'Udc Luca Mazzolino. E per tanti si apre adesso un capitolo ancora più increscioso: la mancanza di una maggioranza sostenibile, rallenta e blocca qualsiasi tentativo di approvazione delle mozioni. A parte i cavilli regolamentari, il voto di ieri ha dimostrato che non ci sono più i numeri per governare, per decidere. «La mozione di sfiducia che ho presentato - ha dichiarato Fabio Costa del Pdl - è una presa di coscienza della situazione di grave difficoltà della maggioranza, che non esiste più, e che si evidenzia da mesi in ogni Consiglio in occasione delle votazioni. Va ricordato - ha aggiunto - che dopo le dimissioni presentate dall'assessore Roberta Braggio il 4 marzo del 2009, il Presidente non è stato ancora in grado di provvedere alla sua sostituzione, malgrado la situazione sia in palese contrasto con quanto previsto dal regolamento comunale». Ed è sempre Costa a sentenziare: «Questa maggioranza imploderà da sola. Non esiste più. È una presa in giro. Come può stare in piedi un presidente, se ogni volta che viene in consiglio va sotto con la sua maggioranza?. Farebbe bella figura ad andarsene a testa alta, rassegnando le dimissioni. Se ciò non dovesse accadere, siamo disposti a scendere in strada fino a Palazzo Tursi, affinché il sindaco sblocchi definitivamente questa paradossale situazione».
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