Vista da sinistra suona così: «Un Comune migliore è possibile», e anche così: «Ge-no-va li-be-ra». Slogan che ricordano il G8 e infatti il punto è questo: Rifondazione comunista alle primarie del centrosinistra per il successore di Giuseppe Pericu candiderà un rappresentante dei Movimenti, quelli che proprio a Genova presero forma nel 2001, trasformando la città nel simbolo delle battaglie no global. E, sia chiaro, non sarà una candidatura simbolica, perché Rifondazione corre per vincere, non per partecipare.
Ieri il segretario della federazione genovese Bruno Pastorino ha sparato su tutti. Bordate a Claudio Burlando il presidente della Regione, che ha proposto le primarie con doppio turno, cioè con il ballottaggio finale fra i due candidati più forti: «Nonostante l’autorevolezza di chi l’ha avanzata, questa idea è insensata e impraticabile, perché alle primarie si va a votare “per”, invece in un ballottaggio si andrebbe a votare “contro”». Avvertimenti a Ds e Margherita che, primarie o non primarie, già stanno cercando di spartirsi le poltrone, il Comune a me la Provincia a te: «Rifondazione non ha fatto e non farà accordi con nessuno. Per la Provincia non servono primarie, Alessandro Repetto sta governando bene e può fare un secondo mandato, se qualcuno vuol farlo fuori lo dica chiaramente. In Comune ognuno corre per sé».
Soprattutto, Pastorino si è messo di traverso al suo stesso segretario regionale, Giacomo Conti, che vorrebbe le primarie anche sui punti cardine del programma, dal trasporto pubblico alle infrastrutture. Non scherziamo: «Firmiamo una carta dei valori comune. Dopodiché ogni candidato si presenta con le proprie priorità programmatiche. Sarà poi il vincitore a stilare un programma che comprenda tutte le esigenze, là dove comprendere significa sia capire sia tenere dentro». Del resto, solo sottolineando la propria identità di alternativa antiliberista il Prc può marcare il proprio elettorato, che lo ha premiato alle ultime politiche con un 9,74 per cento.
Ergo: giura Pastorino che no, «Marta Vincenzi non ci rappresenta» e che sì, «una forza con il 9,7 per cento ritengo debba avere un proprio candidato». E poiché siamo a Genova: «Il Prc si adopererà per trovare una candidatura legata alla stagione dei Movimenti di Genova, per quello che hanno significato. Faremo ogni sforzo per fare una proposta che narri la stagione migliore della città in questi anni, con le battaglie antiglobalizzazione e per i diritti». E sia chiaro: «le primarie sono la sola via per scegliere il candidato, e noi faremo di tutto per vincerle», che nulla si può dare per scontato: «Chi si aspettava che Nichi Vendola in Puglia avrebbe vinto sia le primarie sia le elezioni?». Nomi? «Li faremo solo quando tutti avranno detto sì alle primarie». Ai giornalisti dicono che «tanto non lo indovinerete mai», ma il toto si è già scatenato. Unici indizi: non sarà un uomo (o una donna) di partito ma dei Movimenti, e potrebbe anche venire da fuori Genova. Così.
L’Ansa riporta «il nome che circola con più insistenza tra i giornalisti»: il leader dei Disobbedienti Luca Casarini, subito ripresa da Primocanale. In realtà, l’ipotesi che va per la maggiore porta all’europarlamentare Vittorio Agnoletto, che al G8 era portavoce incontrastato del Genoa Social Forum. E una proposta dirompente sarebbe quella di don Andrea Gallo il prete dei diseredati. Ieri Conti ha smentito pastorino: «parole in libertà, il candidato sarà scelto da tutto il partito». Ed è qui che si profila un altro scenario.
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