da Roma
Due sigle storiche - Cicr e Uic - si avviano a sparire dal panorama economico, pensionate intorno ai sessantanni di vita. Gli italiani, anche quelli digiuni di questioni bancarie, incominciarono a conoscere il Cicr (cioè il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio) nel 2003, quando davanti al tavolone rettangolare che si trova nellanticamera del ministro dellEconomia si consumò lo strappo fra Giulio Tremonti e Antonio Fazio. Fu lassenza del governatore dalla riunione Cicr del 16 ottobre 2003 a segnare il punto di non ritorno. Lallora ministro dellEconomia voleva proseguire la discussione sui bond Cirio e Parmalat, incominciata in unaltra riunione del Comitato, l8 luglio precedente. Ma Fazio si oppose: «Il Cicr non è sede di incontri conoscitivi», affermò.
Lesplosione del crac Parmalat rappresentò un duro colpo per Fazio, accusato di non aver vigilato a sufficienza. Il governo Berlusconi incominciò a lavorare su una legge per la tutela del risparmio. Tuttavia il clou dello scontro si verificò solo nellestate del 2005: il 26 agosto, il ministro Domenico Siniscalco convocò una riunione «politica» del Cicr (vi prese parte persino il ministro della Giustizia Roberto Castelli, in rappresentanza della Lega Nord) per ascoltare da Fazio una relazione sui casi Antonveneta e Bnl. Il resto è storia recente: alla fine dellanno Fazio si dimise, arrivò Mario Draghi. Lultima riunione del Comitato si è tenuta il 22 febbraio 2006, quasi un anno fa. Poi, più nulla.
È possibile che il Cicr debba riunirsi ancora una volta, per dare il via libera al lancio dei covered bond da parte delle banche italiane. Sarà il canto del cigno di unistituzione nata in applicazione dellarticolo 47 della Costituzione (la Repubblica tutela il risparmio...), e che vedeva la prevalenza della politica sulla tecnocrazia: oltra al ministro del Tesoro, ne facevano parte in origine i ministri dei Lavori pubblici, dellAgricoltura, dellIndustria, del Commercio estero, del Bilancio, a fronte del solo governatore della Banca dItalia. Oggi i ministeri hanno cambiato nome, si sono accorpati, e nel nuovo Comitato per la stabilità finanziaria siederanno un solo ministro (quello dellEconomia) e i due presidenti di Bankitalia e Consob. Le parti, come si vede, si sono invertite.
Sparisce semplicemente, invece, lUfficio italiano dei cambi. Nato con un decreto firmato da Umberto II nel maggio del 45, ebbe nel Dopoguerra una funzione molto importante di regolazione dei cambi e delle valute.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.