«Quando ricevette da Roma la notizia che sarebbe stato nominato arcivescovo di Genova e successivamente cardinale, uscì e andò a fare un giro per la città in tram. Usava spesso da sacerdote quel mezzo di comunicazione, che gli permetteva di stare in mezzo alla gente. Volle così per lultima volta, conscio che nel futuro non avrebbe più potuto, vedere la sua città dal basso». Il prelato in questione è Giuseppe Siri. A raccontarlo al «Giornale» tra lemozione e la consapevolezza di poter riferire del cardinale, tra i più importanti della chiesa cattolica del XX secolo, è la mente storica Tullio Mazzolino, ex assessore comunale al Traffico ed esponente di spicco della Democrazia cristiana. Onorato e con le lacrime agli occhi, Mazzolino non manca di svelare semplici aneddoti, raccontando anche dei suoi incontri con larcivescovo che per oltre quarantanni ha guidato le sorti della Chiesa genovese. La memoria corre lontana: «incontrai il cardinale Siri per la prima volta in Valle Scrivia alla fine degli anni cinquanta. Lassociazione Agesci, degli scout cattolici, aveva organizzato un raduno nella piana del fiume Seminella rievoca lex assessore -. Al termine della manifestazione, il cardinale celebrò la messa al campo. Mi colpì la figura austera, e in un certo senso autoritaria del presule, che corrispondeva con limmagine che generalmente gli veniva attribuita. Durante il periodo universitario partecipai a una messa per gli iscritti alla Fuci, che celebrò nella storica chiesa di Santa Maria di Castello. Era il periodo del primo governo di centro sinistra inviso al cardinale Siri. E fu proprio durante lomelia, che comunicò le sue preoccupazioni sul futuro dellItalia e sulle conseguenze negative che potevano derivare dalla collaborazione con i socialisti. Per incoraggiare i giovani ad affrontare con forza e serenità i futuri tempi difficili, ricordò lepisodio del Giudice Gedeone nellAntico Testamento». Unomelia ancora impressa nella mente di Mazzolino: «Gedeone fece marciare il suo esercito per tre giorni nel deserto senza cibo e acqua. Usciti dal deserto i sopravvissuti marciarono lungo un fiume, i più si fermarono a bere, mentre alcuni camminando, raccoglievano lacqua con le mani per dissetarsi. Gedeone scelse tra questi ultimi le truppe con le quali affrontare i Filistei e vinse la battaglia». «La morale era che solo i forti danimo, anche se in minoranza, potevano cambiare il corso della storia pur in presenza di difficoltà. E questo il giovane Mazzolino lo capì subito. Lemozione sale ancora quando parla di un cardinale privato: «Troppo preso dal ruolo di Principe della Chiesa e Pastore di anime assumeva in pubblico un aspetto austero e imponente, ma nel privato il cardinale si trasformava e rivelava la sua vera natura, era affabile e cordiale e qualche volta manifestava anche senso dellumorismo». Non va dimenticato, che per ben quattro volte nel 1958, nel 1963 e nei due conclavi del 1978, Siri fu ritenuto tra i favoriti per diventare papa. Ma il carattere schietto e impulsivo, che non gli faceva lesinare critiche da una parte della gerarchia ecclesiastica, non favorirono i consensi sulla sua persona. Malgrado in ambienti tradizionalisti e sedevacantisti è stata a più riprese sostenuta la tesi secondo cui nel conclave del 1958, Siri sia stato eletto papa. Tornando ai personali ricordi, Tullio Mazzolino racconta anche della puntualità del cardinale: «Arrivava puntualissimo a ogni incontro, ritenendo sgarbato nei confronti del prossimo giungere in ritardo. Per ovviare partiva in tempo, e quando arrivava in anticipo, faceva fermare lauto in luogo appartato in attesa dellora prestabilita. Inoltre, soleva dire che i figli della gente comune erano più fortunati dei figli dei nobili e dei ricchi perché cresciuti dai loro genitori e non dai domestici». Il viaggio della memoria corre ancora al 1985: «durante il periodo in cui ero assessore al Traffico ricevetti attacchi dallopposizione, che ovviamente svolgeva il suo ruolo. Ma allinterno della giunta, e soprattutto della Democrazia cristiana, qualcuno ne approfittò per indebolirmi, con lo scopo di limitare il mio ruolo politico, o addirittura, cera chi sperava di prendere il mio posto. Siri invece in un colloquio privato con il segretario della Dc fece notare lutilità della mia presenza in giunta. Ma volle darmi una manifestazione pubblica della sua stima nei miei confronti, in occasione dellannuale Santa Messa celebrata nella Chiesa di San Camillo in occasione di San Sebastiano, patrono dei vigili urbani». «Terminata la funzione religiosa le autorità, compreso il sindaco, si recavano in sacrestia dove veniva offerto una breve colazione. Tutti i politici parlavano con deferenza al presule cercando di mettersi in evidenza ossequiandolo. Al termine del breve incontro tutti lo salutarono con il dovuto rispetto.
Quando Siri si avvicinò e con una frase molto confidenziale mi disse in genovese: «ciao massulin stamme ben», si comprese il messaggio. Un messaggio chiaro indirizzato al sindaco e alle autorità presenti», conclude Mazzolino tra lemozione, lorgoglio e senso del riconoscimento, che ancora pervadono.(2 - continua)
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