Milano Verbali
fiume. Intercettazioni. Sms compromettenti. E una costante. I soldi.
Tanti soldi per ungere la macchina della politica. Eccolo il «sistema
Sesto», così come ricostruito dalla Procura di Monza. Nelle ottanta
pagine di ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Anna Magelli
emergono i dettagli di un’indagine che ha surriscaldato l’estate del
Pd, e dell’ex braccio destro del segretario Pier Luigi Bersani,
Filippo Penati. A suo carico, scrive il giudice per le indagini
preliminari, «numerosi e gravissimi fatti di corruzione ».
«FACCIAMO PRESTO»
L’sms arriva sul cellulare di Penati l’11 giugno scorso. L’inchiesta
di Monza e della Guardia di finanza è nel pieno. Poco più di un mese
dopo scatteranno le perquisizioni delle fiamme gialle. A scrivere
all’ex presidente della Provincia di Milano è Antonio Rogari,
presidente del Consorzio trasporti pubblici spa, al quale
l’imprenditore Piero Di Caterina si era rivolto per risolvere il
contenzioso frala sua Caronte srl e l’Atm, chiedendo di contattare gli
assessori della nuova giunta milanese. «Ciao Filippo- scrive Rogari-
considerata come è andata a Milano, credo si possa tentare di
risolvere la questione di Piero, prima che si vada oltre certi limiti e
si degeneri. Magari ci possiamo vedere per capire come possiamo
agire». Un sms che sembra una profezia. La preoccupazione, infatti, è
che Di Caterina vada a parlare con i magistrati. «Penati - scrive il
gip - ne teme le rivelazioni». E andrà esattamente così.
«CI PARLO IO»
Nell’ordinanza è inclusa una sola intercettazione diretta di Penati.
Risale al maggio dello scorso anno. A chiamare è Di Caterina, che si
lamenta per le difficoltà che la Caronte
incontra con alcune amministrazioni locali ( Cinisello Balsamo e
Segrate) per le concessioni relative al trasporto pubblico.
Minacciando di rivolgersi alla procura. Penati lo rassicura. «Adesso
io comunque la chiamo (il sindaco di Cinisello, ndr )
», anche se «ti posso garantire che nessuno la governa ». Di Caterina
incalza. «Tu avrai in giunta qualche diessino, qualche Pd avrai in
Consiglio, cioè sono tutti d’accordo con lei a fare le cagate?». «No no-
risponde Penati - fammi muovere adesso per capire chi c’è lì,e dove si
può». «Allora tu puoi parlare per capire cosa vuol fare e perché lo vuol
fare? », insiste l’imprenditore. «Io posso parlargli- conclude il
politico - , nessuno gli dà ordini, posso parlargli assolutamente,
quello sì sicuramente».
CONTO CORRENTE SERRAVALLE
Il 21 giugno dell’anno scorso,
Di Caterina spiega ai pm di aver incontrato - nel 2007 - il
costruttore Marcellino Gavio nell’ufficio di Penati. Sul piatto c’è una
torta colossale. La Milano-Serravalle, comprata dall Provincia di
Milano a un prezzo quasi quattro volte superiore rispetto a quello
pagato a suo tempo da Gavio. Quella trattativa- spiega Di Caterina-
sarebbe servita a Penati per restituire parte del denaro anticipato
dall’imprenditore. «Sapevo - mette a verbale il grande accusatore -
che sugli affari più importanti ai quali partecipavano gli Enti che
Penati ha diretto avrebbero richiesto e ottenuto delle tangenti. Mi fu
detto proprio da Penati per convincermi ad aspettare che di lì a poco
sarebbero arrivate delle somme consistenti. Mi riferisco all’affare
Serravalle ». Ancora, «mi sono incontrato con Penati un giorno,
credo quello precedente alla notizia dell’acquisto della
partecipazione da parte della Provincia di Milano nella
Milano-Serravalle, e Penati mi ha parlato di questa operazione
dicendomi che gli avrebbe consentito la restituzione dei soldi che mi
doveva [...]. Antonio Princiotta, che all’epoca era segretario
generale della Provincia, mi riferì che si stavano svolgendo delle
trattative riservate per definire il sovrapprezzo da pagare al Gruppo
Gavio per l’acquisto delle azioni di Milano-Serravalle da parte della
Provincia,e l’importo che sarebbe stato retrocesso a Penati e
Vimercati (Giordano Vimercati, ex capo di gabinetto a Palazzo Isimbardi, ndr ).
[...] Ad operazione conclusa Penati e Vimercati hanno litigato.
Penati lo avrebbe fregato, e avrebbe ricevuto il suo guadagno
dall’operazione a Montecarlo, Dubai e in Sudafrica».
UNA CARRIERA COSTOSA
Di Caterina - racconta - paga. E lo fa anche perché «loro mi dicevano
che avevano bisogno di ingenti finanziamenti, e io ho collegato la
crescita del fabbisogno all’esplosione delle spese della politica
dovuta anche alle elezioni sia a Sesto che a
livello nazionale». Ecco così spiegati i versamenti mensili per la
campagne elettorali di Penati a sindaco di Sesto, per le provinciali del
2004 e nel 2009 in occasione della campagna elettorale per la Regione
Lombardia. Ma non si vive di sola politica.
Così, «sempre con
Princiotta, Penati, Vimercati e Maggi (l’ex portavoce del politico)
avevamo fatto viaggi in Ucraina, Romania, Russia e Lituania. A loro -
insiste Di Caterina - pagavo il soggiorno, necessità varie, ristoranti
e locali notturni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.