Un sito al posto della mamma risolve i problemi di ogni giorno

Su internet arriva Videojug che insegna l’ordinaria sopravvivenza: come curare il raffreddore, annodare la cravatta, preparare una cena in pochi minuti

Lorenzo Amuso

da Londra

Succede sempre più spesso di scoprirsi impreparati di fronte ai gesti più ordinari della quotidianità. Una crescente idiosincrasia verso il lato pratico della vita. Cambiare la gomma dell’auto. Sbloccare lo scarico del lavandino, o del gabinetto. Cucinare un decente pollo al curry. Farsi il nodo della cravatta, o sostituire il fusibile di una centralina. Minimi interventi che richiedono il più delle volte l’indispensabile aiuto di un amico esperto, quando non di un professionista specializzato. Per chi non vuole rassegnarsi a ricorrere sistematicamente a terzi, è stato lanciato un nuovo sito internet - www.videojug.com - in grado di dare risposte immediate a qualsiasi tipo di imprevisto pratico. Una sorta di prontuario on-line che raccoglie centinaia di video «didattici», che spiegano passo per passo come affrontare le più svariate questioni più o meno effimere. L’idea è venuta a due veterani del mondo «dotcom», Dan Thompson, cofondatore ed ex proprietario di 365 Corporation (il gruppo cui appartiene il sito calcistico Football365), e David Tabizel, che ha contribuito al breve successo di Durlacher.
Videojug offre gratuitamente ai suoi utenti una vastissima gamma di suggerimenti sugli argomenti più disparati, dall’alimentazione al giardinaggio, dalla sicurezza domestica allo sport. E ancora, video su come mantenersi in forma, avere cura del proprio aspetto, finanche curare i disturbi più frequenti (mal di denti, mal di testa, ipertensione). Semplici lezioni di qualche minuto impartite attraverso dimostrazioni didascaliche. Diversamente dalle community con video fatti in casa come You Tube e MySpace, Videojug mette a disposizione prevalentemente filmati recitati da attori semi-professionisti, e autoprodotti dagli stessi editori. La selezione dei filmati spetta a Danny Kelly, ex direttore dei magazine musicali Q e NME, ma la speranza di Thompson è gli utenti, nel giro di qualche mese, riempiano il sito di video propri.
«Chiunque sia esperto di qualcosa, è sempre il benvenuto - invita Thompson -. Ma noi soprattutto vogliamo che la gente sappia di poter trovare informazioni di qualità garantita». Ma è proprio su questo punto che sorge qualche perplessità. Perché se un video che insegna a destreggiarsi con le bacchette nei ristoranti asiatici non può far danni, diverso è quando si tratta di filmati che mostrano come palpeggiarsi il seno, o i testicoli, per scoprire eventuali tumori. Neanche a dirlo, i due video, che contengono scene di nudo, risultano tra i più cliccati. Casi estremi a parte, comunque, Videojug resta un formidabile strumento di consultazione. Grazie ai suoi filmati, divertenti ancor prima che utili. Suggerimenti sottoforma di video-bignami per scoprire come ripulire i vestiti dai chewingum appiccicati, curvare sinuosamente le ciglia, preparare un fantastico Mojito, rollarsi una sigaretta, effettuare un perfetto swing su un campo da golf, sfilarsi gli anelli dalle dita gonfie. Tutto lo scibile pratico a prova di click, come pomposamente afferma lo stesso sito: «La vita spiegata. In video». Un obiettivo ambizioso, che non manca di qualche avvertimento paternalistico. Così nel filmato dedicato alle sigarette, la voce fuori campo, con accento rigorosamente britannico, dopo aver chiesto insistentemente al video-spettatore se abbia «veramente voglia» di fumare, gli ricorda i rischi alla salute. Più divertente imparare a ripiegare una t-shirt in due secondi. O scoprire come diventare un paparazzo professionista in cinque mosse. Contenuti non troppo diversi dallo statunitense ViewDo.com, lanciato in rete solo qualche settimana prima.
A conferma dell’attuale tendenza dei siti di maggiore successo, che concentrano nella produzione video la ragione stessa del loro esistere.

Videojug, che è già on-line ma sarà presentato ufficialmente solo in autunno, spera di sopravvivere grazie agli inserzionisti pubblicitari e, possibilmente vendendo i propri video ad altri operatori, quali emittenti tv e compagnie di telecomunicazioni.

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