La situazione viene giustificata dalla cronica carenza di organico. E per chi lavora doppio a rischio anche il premio produzione Umberto I, pronto soccorso a metà Per colpa del piano ferie solo tre medici a disposizione dell’emergenza. Sarà così per t

All’Umberto I il pronto soccorso lavora a «mezzo servizio» e di notte la presenza dei sanitari viene ridotta al minimo. Nessuna alternativa, sarà così per tutto il mese di agosto come stabilito dal piano ferie. Nel reparto del Dea infatti, per quanto riguarda i turni notturni si contano solo due medici di guardia mentre un altro gode della reperibilità. Cioè, all’occorrenza, può essere contattato telefonicamente e chiamato in servizio.
Per quanto riguarda invece i due box di chirurgia la situazione va peggiorando. Per la chirurgia generale c’è un solo specialista in servizio mentre per la chirurgia da traumi il medico deve essere ricercato tra quelli disponibili e in carico ad altri reparti.
La scusante sta nel fatto che non si può fare altrimenti per carenza di organico. Per cui in questa situazione ci si può solo augurare che i romani lascino la capitale mentre, per coloro che restano, l’augurio è di conservare la buona salute. Però per cercare di tamponare l’incresciosa situazione non poteva che partire una levata di scudi dagli stessi medici in servizio all’ospedale fino a diffidare il direttore sanitario Maurizio Dal Maso - competente per i turni nei reparti -. «Già quando gli abbiamo esposto le nostre richieste il direttore sanitario aveva ipotizzato di ricorrere ai medici in servizio nei reparti di osservazione breve ma questo non è avvenuto, pure se - accusa il responsabile della Fiasl medici del policlinico universitario Antonio Sili Scavalli - ciò avrebbe consentito di supplire alle carenze di organico dei medici del pronto soccorso. Invece i pazienti che vengono all’ospedale, e quelli che vi vengono portati dalle ambulanze, si devono affidare ai medici in reperibilità. Se vi sono delle vere emergenze cosa potrà succedere?». Una domanda retorica alla quale il sindacalista risponde non solo inviando la diffida al general manager Ubaldo Montaguti ma pure l’assessore alla Sanità regionale Augusto Battaglia visto che «abbiamo ritenuto di circostanziare quello che sta avvenendo nel Dea di II livello del nosocomio alla stessa procura della Repubblica e, per le eventuali responsabilità contabili pure alla procura regionale della Corte dei Conti nonché - specifica Sili Scavalli - all’Ispettorato del lavoro competente». Una simile spiegazione mette curiosità. Infatti se si vanno a sbirciare, i nomi dei medici in servizio si nota anche un’ulteriore bizzarria: per 4 giorni di fila a settimana e 12 ore consecutive di turno ci sono sempre gli stessi 2 medici. Peccato però che per loro quel «premio produzione» che aveva promesso il manager non ci sarà per mancanza di solide finanze. Invece, questioni di finanza a parte, procedono a rilento pure le pratiche per l’avvio del bando di gara inerente ai lavori del piano ipogeo.

È stata imposta un’altra proroga per la presentazione delle domande (fino al 14 settembre) perché assieme ai compiti di rifacimento, la ditta che si assicurerà la commessa per 20milioni di euro, dovrà essere in grado di smaltire i cassoni di eternit che a oggi, all'Umberto I, funzionano da serbatoi dell’acqua.

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