A questo punto Michael Mair non potrà più dire che «è solo fortuna» e Stefano Costazza non potrà nascondersi dichiarando che «io non ho alcun merito». No, i due uomini alla guida della squadra azzurra femminile dalla scorsa primavera devono uscire allo scoperto, devono ammettere di essere dei grandi, bravi quasi quanto le loro ragazze, che anche ieri hanno esaltato e vinto, sì, incredibile, hanno vinto ancora, hanno vinto in slalom, non succedeva dal 1997, 10 anni fa, una vita!
Autrice del prodigio Chiara Costazza, da tre stagioni numero 1 italiana, ieri numero 1 al mondo con due manche capolavoro, miglior tempo più miglior tempo, 68/100 di vantaggio sulla detentrice della coppa del mondo Nicole Hosp, che davanti al pubblico di casa voleva assolutamente vincere per riscattare le ultime prestazioni non proprio brillanti. Ma niente da fare, dopo il trionfo della Karbon in gigante ecco Chiara davanti a tutte in slalom e la cittadina di Lienz, così vicina al confine altoatesino di San Candido, nuova terra di conquista per le donne italiane, che continuano a stupire. Dall’inizio della stagione è il podio numero sette in sette gare tecniche, alle tre vittorie della Karbon e ai terzi posti di Gius e Mölgg in gigante si devono aggiungere le imprese di Chiara, che aveva rotto il ghiaccio nel primo slalom di Reiteralm, finendo terza alle spalle della regina Schild e della Hosp, che era stata settima a Panorama, nella gara vinta ancora dalla Schild, e infine era uscita nella prima manche di Aspen, dove a vincere era stata proprio lei, Niki Hosp, pettorale rosso di leader della specialità in cui Marlies Schild comincia a soffrire sul serio. Anche ieri la fidanzata di Benni Raich ha pianto amaramente dopo gli errori che l’hanno eliminata già nella prima manche, forse però nemmeno lei sarebbe riuscita a fare meglio della scatenata ventitreenne della val di Fassa che a fine gara non riusciva a dir altro che «no, non ci credo, no, non è possibile» prima di lasciarsi andare alla festa che ormai per le azzurre sta diventando un’abitudine.
A freddo, riacquistata la calma, Chiara ha ammesso di aver provato un po’ di emozione prima della seconda manche, ma si trattava «dell’emozione giusta, quella che ci vuole per andare all’attacco». Poi ha ringraziato tutto lo staff che durante l’estate le ha permesso di lavorare per migliorare la sua tecnica e ha scherzato sul suo status di single: «Mio cugino Stefano è stato importante, ma non dimentico tutti gli altri, da Christian Thoma, con cui già avevo lavorato bene nella scorsa stagione, agli skimen, per chiudere con il presidente Morzenti che ha sempre creduto nella nostra squadra. Ora mi manca solo un fidanzato. Certo che se da single arrivano questi risultati, allora è meglio rimanere da sola ancora per un po’».
Dietro al trionfo di Chiara ieri c’è stato spazio anche per l’ennesima bella prova di Denise Karbon, che con i punti dell’undicesimo posto si è conquistata il diritto di partire a ridosso del primo gruppo fin dal prossimo slalom, quello che si correrà il giorno della Befana a Spindleruv Mlyn. Sarà lì, nella Repubblica Ceca, che la coppa femminile riprenderà il 5 gennaio con un gigante e la speranza che per le sciatrici italiane il 2008 continui come è finito il 2007. Un sogno? Senza sogni è inutile vivere...
I trionfi delle donne relegano a poche righe il commento sulla splendida, prima vittoria stagionale di Bode Miller, che si è esaltato nelle difficoltà della pista Stelvio di Bormio battendo Andreas Buder, l’austriaco che non ti aspetti, e Jan Hudec, il canadese che a sorpresa aveva vinto a Lake Louise. Migliore italiano Christoph Innerhofer, 23enne della Valle Aurina partito col pettorale 48 e finito 9° a 1"34 da Miller: come dicevamo ieri, il futuro della velocità azzurra sta nei suoi piedi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.