Politica

Slitta il pacchetto antiterrorismo «Ma la situazione è sotto controllo»

Berlusconi: «Nessuna urgenza, in Italia non c’è pericolo imminente»

Massimiliano Scafi

da Roma

Niente accordo, niente pacchetto. Non basta un lunga seduta a Palazzo Chigi, non basta nemmeno la consolidata arte diplomatica di Gianni Letta per smussare tutti gli angoli e così il varo del piano antiterrorismo, annunciato in Parlamento da Beppe Pisanu, slitta a venerdì. L’unica decisione riguarda Shengen: l’Italia, almeno per ora, non sospenderà il trattato di libera circolazione dei cittadini europei. Ma non c’è problema, dice Silvio Berlusconi, non c’è fretta perché «la situazione in Italia è già sotto controllo». «Ad oggi - spiega il Cavaliere - non c’è nessun pericolo incombente sul nostro Paese. Non pensiamo che nell’immediato ci sia da temere un attentato. Tra un attacco e l’altro c’è sempre stato un largo lasso di tempo: la minaccia resta, ma non è immediata: quindi non c’è nessuna particolare urgenza e non può essere fatto molto di più di quanto non stiamo facendo già».
Il premier dunque, dopo gli allarmi dei servizi dei giorni scorsi, sceglie di lanciare un messaggio rassicurante alla nazione: «Non abbiamo indicazioni precise su minacce all’Italia. Riteniamo di aver steso una rete di protezione che ad oggi ci appare la migliore possibile. Il Cdm ha dato mandato comunque ai ministri di Interno, Giustizia, Difesa e Infrastrutture di riunirsi a partire dalla prossima settimana e di individuare altre ulteriori norme legislative per aumentare ancora il livello di sicurezza». E sarà Berlusconi a coordinare il nuovo pacchetto: «Ho accettato di essere il regista di questa operazione. Faremo quello che serve la prossima settimana, partendo però da ciò che è stato fatto. E questo ci conforta perché non credo che possa essere fatto molto di più».
Il Cavaliere apre anche all’opposizione: «Dopo gli attentati di Londra - racconta - sono stato in contatto con tutti, dal dottor Letta al ministro Pisanu. Ho convocato immediatamente il comitato di sicurezza nazionale, sono stato tenuto costantemente al corrente di tutto. Ho lavorato con il ministro dell’Interno alla stesura del suo discorso in Parlamento, a cui ho apportato diversi contributi. Ho sentito tutti gli interventi parlamentari e sono assolutamente aperto a tutti i provvedimenti che possono venire dall'opposizione. E visto che è in ballo la sicurezza nazionale, si devono comprendere tutte le parti, senza atteggiamenti partigiani».
Restano però i contrasti nella maggioranza. «Il Consiglio dei ministri non ha approvato il piano di sicurezza proposto dal ministro dell’Interno», annuncia infatti Roberto Castelli uscendo da palazzo Chigi. Prima, spiega, il testo dovrà essere sottoposto ai «responsabili giustizia di tutte le componenti della Cdl che si riuniranno martedì». Dopo, solo dopo, i provvedimenti potranno essere ripresentati nel Cdm. Ma politicamente, giura il Guardasigilli, nessun problema: «Nessuno si è impuntato, tantomeno la Lega. Il rinvio è stato approvato da tutti perché l’accordo generale sulla volontà di trovare soluzioni condivise». Però, aggiunge, «c’è la necessità di meditare e elaborare le norme dal punto di vista tecnico e di trovare unanimità dal punto di vista politico». Ci vorrà un po’ di tempo, perché «su una questione del genere è doveroso consultare pure le forze di opposizione», ma il governo, promette Castelli «lavorerà rapidamente». Pisanu non si sente bocciato. «Anzi - spiega - , il Consiglio ha ascoltato e approvato la mia relazione e ha dato mandato ai ministri competenti di predisporre le misure di carattere legislativo che saranno ritenute necessarie». Le norme ci sono, sono state attivate pochi minuti dopo le esplosioni di Londra, ma servono ulteriori decisioni. Ddl o disegno di legge? Vedremo quale sarà più idoneo. Noi abbiamo cercato il consenso più ampio e vogliamo procedere su questa strada». E non è vero, aggiunge Francesco Storace, che il pacchetto Pisanu sia stato rinviato: «Si può parlare di rinvio nel momento in cui un provvedimento arriva all’ordine del giorno. E all’ordine del giorno non c’era il testo, ma solo una relazione del ministro che è stata condivisa da tutti, Lega inclusa».
Adesso tocca dunque ai saggi del centrodestra. «Martedì - dice ancora Castelli - io porterò una scaletta di possibili interventi e ci saranno delle ipotesi da mettere a confronto». Un’agenda di lavoro che l’opposizione contesta con toni aspri.

«Rinvio indecoroso» ha detto il verde Pecoraro Scanio, mentre il diessino Violante ha accusato il governo «di esporre gli italiani a gravissimi rischi».

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