Sneijder che scoperta, Nesta che resurrezione

Le milanesi dominano grazie anche a due protagonisti inattesi. A Di Natale, Mazzarri e al Bari gli oscar di metà stagione Melo e Thiago Motta le delusioni. Ma anche il Palermo di Zenga e le strategie di Lotito. Balotelli e Cassano sull’altalena

Sneijder che scoperta, Nesta che resurrezione

È il giorno della contabilità del campionato, arrivato al giro di boa. Top e flop sono le categorie più discusse, ne aggiungiamo una terza, per incoraggiare personaggi che meritano il nostro appoggio.

Sneijder e Nesta
. C’è poco da discutere: Inter e Milan, prima e seconda perciò, si possono incarnare in due giocatori, un trequartista olandese e un difensore romano. Uno, Nesta, sembrava perso per il Milan e anche la Nazionale, l’altro, Sneijder, poco accreditato, considerato, a torto, uno scarto del Real Madrid. Entrambi hanno cambiato la vita delle rispettive armate: Wesley ha dato profondità al gioco d’attacco dell’Inter di Mourinho, saldissimo leader del torneo, ed è entrato in campo la notte del derby di andata con una naturalezza degna di un campione autentico. Su punizione, ha dato prova di perizia balistica: è stato scomodato persino Mariolino Corso, il mancino che inventò la “foglia morta”. Lasciamo perdere.

Nesta è un sopravvissuto. Dato per finito, a causa di una ernia del disco, fermo per un anno, operato, è tornato e ha permesso al Milan (in società con Thiago Silva) di dar vita alla più forte coppia di difensori. Nei giorni più complicati, è stato un decisivo protagonista: suo l’assist per Ronaldinho nel finale di Atalanta-Milan, suo il rigore procurato contro la Roma per risalire in quota, suoi i 3 gol fin qui collezionati per vincere a Chievo e orientare la super-sfida con la Juve. Con loro due c’è da segnalare un altro stagionato esponente della categoria, Totò Di Natale, capocannoniere del campionato. Senza Totò e i suoi sigilli (12 con una partita in meno), l’Udinese è andata a picco, Marino ci ha rimesso la panchina e la posizione in classifica si è fatta preoccupante. Galloni da top squadra al Bari neopromosso in A, alle prese con un allenatore mai considerato fenomeno, Giampiero Ventura, e un gruppetto di esordienti allo sbaraglio, tantissimi giovani, Ranocchia, Bonucci, Barreto, Alavarez i più interessanti. Mai perso a San Siro contro Inter e Milan, i suoi 27 punti (con una partita in meno, a Genova) promettono un piazzamento ai confini della Champions. Sarebbe storico per quella piazza. Dal giorno in cui è sbarcato a Napoli, per prendersi cura della squadra appena lasciata da Donadoni, Walter Mazzarri ha infilato una striscia prodigiosa di risultati: dodici senza sconfitte, brillando anche nel gioco.

Felipe Melo e Thiago Motta. Per trovare il meglio dei flop basta soffermarsi sull’imbarazzo della Juve di Ferrara, uscita anche dalla Champions, e scivolata dal secondo posto al terzo in compagnia del Napoli. Fischiato, discusso, messo fuori, riammesso a corte, considerato l’autore di sciagurati scarabocchi. Si potrebbe aggiungere all’elenco anche Diego ma forse è il caso di sospendere il giudizio. L’altro brasiliano di Milano, l’altro Thiago, Motta, è rimasto spesso ai box per acciacchi muscolari, quando è tornato ha poco convinto e di fatto giocato una sola sfida (derby d’andata) all’altezza delle aspettative. Ha deluso anche Walter Zenga: s’era presentato a Palermo da “ganassa”, promettendo addirittura lo scudetto, è finito sulla graticola di Zamparini. Citazione inevitabile per Claudio Lotito, presidente della Lazio. Pensava di aver trovato la formula magica: pagare poco i calciatori. Che poi non hanno rinnovato e si sono svincolati a costo zero. Lui li ha messi in castigo. Pandev ha fatto causa e ha vinto il ricorso. E Lotito è rimasto senza Pandev e senza soldi.

Cassano e Balotelli. Cassano ha vissuto tre mesi sugli altari e tre mesi nella polvere: appena ha capito che non c’è posto per lui al mondiale, è andato in depressione trascinandosi dietro la Samp che s’è sgonfiata come la bolla di piazza Affari. Mario Balotelli è stato da lotta e da governo, coinvolto in cento polemiche, mai tirandosi indietro, subendo qualche cicchetto di troppo da Mourinho.

Li vorremmo vedere insieme da qualche parte, in azzurro, se fosse possibile, un giorno. Con loro può trovare degno posto Massimiliano Allegri: fa giocare divinamente il Cagliari senza disporre di grandi risorse. Diamogli uno squadrone e vediamo come se la cava.

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