Soccorsa con defibrillatore scarico Muore dopo aver bevuto una granita

La ragazza di 19 anni si è sentita male mentre passeggiava. L’autopsia svela una cardiopatia congenita. Aperta un’inchiesta

da Lamezia Terme

Si sente male subito dopo aver sorbito una granita. I soccorsi arrivano, ma il defibrillatore del 118 non funziona. E così muore, a soli 19 anni.
Ecco l’ennesima puntata della malasanità calabrese. È morta in questo modo una ragazza di 19 anni, Antonella Vergori. Una normale serata estiva sul lungomare di Nocera Terinese Marina, affollata cittadina tirrenica dell'hinterland lametino, si è improvvisamente trasformata in tragedia. La giovane proveniente da Martirano Lombardo (Catanzaro), in compagnia dei genitori e del fratellino minore, stava trascorrendo una tranquilla serata a pochi passi dalla spiaggia lametina. Dopo essersi fermata a prendere una granita in un bar, Antonella ha accusato un malore. Immediatamente la madre si è precipitata a comprare una bevanda calda. Ma le condizioni della giovane sono peggiorate di colpo, sino all’arresto cardiaco. Qualcuno ha chiamato il 118, altre persone, tra cui un medico libero dal servizio, hanno tentato di rianimare la ragazza. Prima dell'arrivo dell’ambulanza, per ben tre volte, Antonella ha ripreso coscienza, arrivando anche a vomitare. La situazione, all’arrivo dei sanitari del 118, sembrava essersi normalizzata, ma all’improvviso la giovane è andata in arresto cardiocircolatorio. A questo punto, il personale specializzato del 118, ha cercato di rianimarla ricorrendo al defibrillatore. Ma qui c’è stato il colpo di scena. L’apparecchio, infatti, aveva la batteria scarica. Un banale intoppo, forse una spaventosa dimenticanza, ancora non si sa. Con il defibrillatore guasto o senza batteria, la ragazza è così deceduta, tra le braccia dei genitori e nel silenzio incredulo dei presenti.
Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Lamezia Terme, coordinati dalla locale procura. I genitori di Antonella hanno presentato una denuncia. La famiglia Vergori, era tornata in Italia solo da alcuni anni, dopo essere vissuta per tanto tempo in Svizzera, dove i genitori lavoravano da emigrati. Rientrati in Calabria, per Antonella non era stato difficile ambientarsi visto il carattere solare e particolarmente aperto. Studentessa del magistrale - si sarebbe diplomata il prossimo anno - appassionata di danza, la diciannovenne aveva partecipato anche ad alcune gare regionali di specialità. Molto attiva nel sociale, Antonella Vergori stava organizzando l'accoglienza per alcuni bambini provenienti da Cuneo per trascorrere un periodo di vacanza a Martirano Lombardo. Tutto si è, però, fermato sul lungomare di Nocera Terinese, per un defibrillatore scarico che, forse, avrebbe potuto fare la differenza. Ancora non definita la data dei funerali.

Ma l’autopsia, disposta dal pm Elio Romano ed eseguita dal dottor Massimiliano Cardamone, ha già dato una prima risposta: Antonella è morta a causa di una forte aritmia; secondo il medico legale era affetta, senza saperlo, da una cardiopatia congenita. Sarà l’inchiesta a stabilire quanto, nella morte della sfortunata giovane, abbia influito quel defibrillatore non funzionante - sequestrato - e se ci siano responsabilità.

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