Socialisti divisi anche per rendere omaggio a Craxi

Ad Hammamet nel sesto anniversario della scomparsa si sono ritrovati solo i figli. Le altre anime del Garofano ricordano il leader a Roma e Milano

Gianni Pennacchi

nostro inviato

ad Hammamet (Tunisia)

Son trascorsi sei anni ormai, e rieccoci nel miglior solco frazionista delle vicende socialiste. Certo, la famiglia è qui attorno ad Anna Craxi, Stefania è ripartita ieri sera e Bobo è appena sceso, ma gli eredi del garofano, i veri orfani di Bettino? I socialisti di Forza Italia commemorano oggi a Milano, in una manifestazione organizzata dalla Fondazione presieduta da Stefania, ove sarà pure Silvio Berlusconi. I socialisti di Gianni De Michelis (Nuovo Psi linea nera?) si riuniscono in un cinema romano con Gianfranco Rotondi. Quelli di Bobo (Nuovo Psi linea rossa?) fan giungere oggi una delegazione di giovani, accompagnati da Pierluigi Diaco, a posar preci e garofani sotto le mura della Medina. E lo Sdi di Enrico Boselli, forse distratto da più cogenti incombenze, se la caverà con qualche manifesto agli angoli delle strade. Meno male però che c’è Francesco Cossiga.
In quale categoria va iscritto il presidente emerito, sceso a Tunisi con un volo di Stato ieri sera e portando seco un manipolo di giornalisti, compresi quelli Rai per collegarsi con Anna La Rosa? Certo è un amico di famiglia, e la vedova lo attende oggi a pranzo dopo la cerimonia, «l’altra volta erano in quindici ma siamo riusciti a far mangiare anche la scorta» sorride. Però è ancora e sempre Cossiga, Piccone che nulla dimentica, dunque se torna al piccolo cimitero nella sabbia di Hammamet dopo sei anni che vi fu sepolto il leader socialista, la sua visita rivela un forte peso politico. Che cosa pensa di queste varie, quasi contrapposte commemorazioni? «Certo, non è bello» risponde, ma che può lui per sanar la diaspora socialista, se è l’Italia intera che vive ancora «con imbarazzo» il caso Craxi.
Lui ad ogni modo, è venuto qui in compagnia di Bobo - per l’intero viaggio han parlato a quattr’occhi, fitto fitto - perché «Craxi è sepolto qui», e perché la presenza di Berlusconi alla commemorazione di Milano «dà un’impronta di centrodestra» troppo marcata alla quale vuol sottrarsi. Però ha mandato un messaggio alla Fondazione di Stefania e rivela: «Lei mi ha anche telefonato, ringraziandomi perché venivo ad Hammamet». Un giornalista gli domanda se ha fallito nella missione che Anna Craxi gli aveva affidato, «metter pace» tra i suoi due figli. E Cossiga, tranquillo risponde: «Non possiamo dire che ogni volta che c’è distinzione c’è pure la guerra».
Dunque, perché Cossiga è sceso ad Hammamet, nonostante la promessa che avrebbe abbandonato ogni attività politica a partire dall’1 gennaio appena scorso? Ridacchia l’ex capo dello Stato spiegando che l’impegno al ritiro aveva «alcune limitazioni», e tra queste pure «la territorialità». Insomma, come quando era al Quirinale e moltiplicava i viaggi all’estero per esternare a raffica picconando senza freni. Ciò detto, è qui «per due, anzi tre, anzi quattro» motivi e giusti titoli. Il primo ovviamente, è l’amicizia personale: «Era mio amico, ed egli stesso ebbe a dire che mi annoverava tra i suoi amici più cari e disinteressati». Non dimenticate che «per un sardo l’amicizia è sacra», Cossiga aveva fatto visita a Craxi poche settimane prima della sua scomparsa, ed era tornato per i suoi funerali, «tristi» funerali perché eccettuata la sentita partecipazione araba «c’era fin troppo imbarazzo».
Il secondo titolo è legato al dovere civico: «So che il mio Paese ha un debito nei confronti di questo uomo, che ha significato il momento più alto della demonizzazione di una parte politica dell’Italia, con la creazione di una mentalità anche giuridica che ritenevamo superata, ma che in questi giorni si va scatenando nuovamente».

Ancora una ragione per spingere Cossiga su questa tomba ombrata dalle tamerici, che grida «la mia libertà equivale alla mia vita», e che l’ex presidente scandisce: «Vengo a rendere omaggio ad un grande leader politico, erede di una grande tradizione della quale sono una costola i partiti comunisti», dunque i Ds «dovrebbero mettere anche Craxi tra i loro grandi padri, accanto a Gramsci, Togliatti e Berlinguer». Infine il quarto motivo: «Bettino Craxi ha avuto il coraggio di dire che la Costituzione era superata e andava modificata».

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