
Si salvi chi può. La Gran Bretagna è una delle roccaforti della cultura woke, è noto. Ma l’asticella della follia è sempre più alta. L’ultima sparata riguarda il ciclo mestruale. Ebbene, secondo il più grande fornitore di prodotti del Paese il ciclo “non è intrinsecamente femminile”. Per Bunzl infatti “non tutte le persone che hanno le mestruazioni sono donne”. In soldoni, anche gli uomini possono avere il ciclo. Sì, avete letto bene.
La castroneria fa parte di una campagna pensata per porre fine allo stigma legato al parlare dell’argomento, riporta il Telegraph. Di conseguenze, ecco la cancellazione della donna. Per accontentare le varie minoranze arcobaleno, la multinazionale ha negato la realtà biologica, seguendo la scia delle varie realtà che hanno sposato la linea inclusiva in nome del denaro.
La guida linguistica woke di Bunzl è stata pubblicata per promuovere prodotti igienici ecologici del fornitore Grace and Green. Il vademecum suggerisce di sostituire termini comuni come "sanitario", "igiene" e "prodotti femminili" con il termine "prodotti per il ciclo mestruale" per evitare di offendere gli uomini che si identificano in donne. Il bignamino sconsiglia inoltre di fare riferimento solo a donne o ragazze, perché "anche le persone non binarie, gli uomini transgender e le persone intersessuali possono avere le mestruazioni".
Come se non bastasse, le linee guida suggeriscono di fornire prodotti per il ciclo mestruale e contenitori per lo smaltimento in luoghi neutri rispetto al genere e in tutti i bagni pubblici. Quindi anche in quelli maschili. "Soprattutto, siate rispettosi delle diverse esperienze di ognuno con il ciclo mestruale", si legge: "Possiamo tutti comprendere le difficoltà che accompagnano il sanguinamento, anche se sono diverse per ognuna di noi".
Associazioni e movimenti femministi sono sul piede di guerra. Sex Matters ha definito la guida “offensiva” e ha accusato gli autori di "cancellare donne e ragazze dall'esperienza esclusivamente femminile delle mestruazioni". "L'unico modo in cui i prodotti Grace & Green potrebbero essere veramente 'gender-neutral' è se i suoi designer avessero considerato l'anatomia maschile nella progettazione di assorbenti e tamponi, il che chiaramente non è il caso", ha affermato la direttrice Helen Joyce. E ancora: "Questo tipo di assurdità è un palese assecondamento degli attivisti trans, che pretendono che tutti gli altri si lascino andare con l'idea farsesca che gli uomini che si immaginano donne possano avere il ciclo, e che le donne che si immaginano uomini siano 'uomini che hanno il ciclo'".
Non si tratta di un caso isolato: negli ultimi anni diversi colossi della grande distribuzione hanno modificato la policy sui prodotti legati al ciclo mestruale. Nel 2022 Aldi ha sostituito l’insegna “igiene femminile” con “prodotti per il ciclo”.
Sempre nel 2022 Boots ha dato il via al rebranding, mentre recentemente l’azienda Luteal (che vende prodotti per promuovere la salute mestruale e il sollievo dai sintomi, ndr) ha lanciato una campagna con protagonisti dieci uomini transgender e persone non binarie con biancheria intima bianca contrassegnata da una macchia di sangue. La didascalia: “Le persone hanno le mestruazioni”. Giusto ribadire: si salvi chi può.