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"Un presidio per la famiglia del bosco: in migliaia lotteremo per riunificarla"

Il leader del movimento social Paolo Lunghi: "Sit-in dal 17 gennaio"

"Un presidio per la famiglia del bosco: in migliaia lotteremo per riunificarla"
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La «famiglia del bosco» diventa un caso che travalica i confini del territorio italiano, al punto da aver suscitato l'interesse di un folto gruppo di cittadini che, attraverso i social network e residenti in diversi paesi, si sono uniti in un virtuale abbraccio per sostenere Catherine e Nathan: un milione di persone capitanate da un portavoce, il giornalista e saggista Paolo Lunghi. A partire dal 17 gennaio avvieranno un presidio fisso vicino all'abitazione in cui, attualmente, risiede solo papà Nathan, Lo scopo? Ricomporre la famiglia, far tornare i figli a casa.

Paolo Lunghi, com'è nata questa iniziativa?

«Spontaneamente. Io e altri utenti sui social abbiamo iniziato a postare alcuni pensieri su questa famiglia. Da un commento ne sono arrivati altri e abbiamo così iniziato a incontrarci, anche se virtualmente, su una base di idea comune: far ricongiungere questa famiglia».

Vivere fuori della rete potrebbe diventare un trend? La famiglia del bosco non rischia di convincere certe persone di poter vivere al di fuori del sistema?

«Sia chiara una cosa: siamo consapevoli che esistono regole da seguire, che si devono tutelare i minori anche attraverso le leggi in vigore nel nostro paese, ma alla base del nostro pensiero c'è l'affetto, l'unione familiare, che non può diventare secondario rendendo prioritario l'aspetto giuridico. In questo caso specifico, chiediamoci se può lo Stato decidere, per esempio, a che ora devono andare a dormire dei bambini. Porto questo esempio perché è emerso, anche, che i figli di questa coppia sono abituati ad andare a dormire presto. Che tipo di problema rappresenta uno stile di vita che porta i bambini a dormire alle 18? Poniamoci, semmai, il problema opposto: è normale che certi bimbi oggi restino svegli fino a notte fonda e magari continuando a usare dispositivi elettronici o smartphone?».

Lei ha dichiarato che siete «contro il massacro morale e fisico della famiglia», esiste però anche un aspetto giuridico che è quello della maggior tutela dei minori.

«Desideriamo porre un fascio di luce su un tema molto delicato, quello del diritto delle famiglie a restare unite qualora non vi siano pericoli o maltrattamenti contro i minori. In questo caso specifico, possiamo affermare che i tre piccoli non hanno subito maltrattamenti e chi porta avanti la teoria secondo la quale l'avvelenamento da funghi è sufficiente ad allontanare dei figli dai genitori, forse dimentica quanti casi di avvelenamento involontario ogni anno accadono nel nostro paese anche a causa della cattiva conservazione dentro certe attività commerciali o certi ristoranti: le cronache fanno emergere questo tipo di problema».

Il presidio fisso inizierà il 17 gennaio, fino a quando andrete avanti?

«Almeno finché questa famiglia potrà riunirsi.

Oltretutto, una casa è stata data in uso a questa famiglia, che può quindi basare l'esistenza su un diverso stile di vita. Nathan e Catherine potranno contare su di noi per ritrovare la serenità perduta ma soprattutto, l'unione familiare».

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