«Caro Babbo Natale, giuro che mi impegnerò di più a scuola e terrò la stanza in ordine». I bimbi affidano promesse giganti a letterine piene di impegno e disegnini. E in cambio chiedono set per fare i braccialetti, bacchette di Harry Potter e camper della Barbie. Da usare e dimenticare (prima ancora delle promesse).
Ma va bene così, è Natale.
Dietro a lettere e pacchetti non ruota solo un business intramontabile, che sopravvive a crisi economica e bilanci famigliari in bilico, ma anche un dubbio educativo: quanti regali è giusto fare? Uno solo grande? Tanti piccoli per il piacere di scartare? Mai come ora i genitori si pongono domande, che come ti muovi sbagli.
Non c’è giorno in cui non si parli di una generazione di giovani debosciati, senza stimoli, senza voglia di mordere la vita, fragilissimi, incapaci di gestire le frustrazioni. Sarà mica colpa dei troppi regali? O viceversa, dei regali negati? Insomma come fare per non viziare i bambini ma rendere educativa la magia del Natale?
In base all’Italy Holiday Shopping Outlook di Bain & Company Italia il budget degli italiani per gli acquisti natalizi è in diminuzione (fra i 200 e i 420 euro), ma il Natale dei bimbi resta intatto. L’indagine dell’Unione nazionale consumatori condotta sulla base dei dati Istat conferma che al primo posto degli acquisti ci sono i giocattoli. Come rendere unico (e sano) il momento dello spacchettamento?
«Molti bambini - spiega Evelina Molinari, psicologa e psicoterapeuta presso il centro Psico Humanitas Medical Care - si aspettano di trovare sotto l’albero tutto quello che hanno chiesto nella letterina a Babbo Natale ma esaudire ogni desiderio potrebbe far ottenere l’effetto opposto. Dopo un primo momento di felicità, infatti, può subentrare un bisogno di sazietà: il bambino continuerà a ricercare quelle emozioni provocate dal regalo ricevuto, emozioni che svaniscono in fretta, lasciando il bisogno di passare ad un altro oggetto e creando così un circolo vizioso».
Sul numero dei pacchetti i pedagogisti sono tutti d’accordo nel dire che non ha senso abbondare, il troppo confonde e non fa concentrare sul singolo regalo. Insomma, potrebbe anche rafforzare il meccanismo del capriccio, dell’eterno insoddisfatto. «A volte noi genitori sovraccarichiamo i bambini con un flusso incessante di regali, per colmare mancanze di altro tipo spiega Marta Lombardo, specializzata in psicoterapia sistemico-relazionale - e creando una dinamica secondo la quale il desiderio del bimbo non è neanche espresso e il soddisfacimento immediato diventa la norma. Invece è importante che a Natale i bambini possano esprimere i loro desideri, attendere, soddisfare il desiderio». Ma soprattutto c’è un errore da non fare. «Non può essere Natale tutti i giorni» spiega Lombardo. Altrimenti il rischio è che i bambini diventino incapaci di apprezzare esperienze significative e che passino da un oggetto all’altro senza riconoscerne il valore unico. Ed allora si che avremo una generazione di viziati, iper protetti, senza slancio.
E poi c’è un altro momento fondamentale sia per conoscere i nostri figli sia per educarli: la letterina. Il momento il cui il desiderio viene formulato in coda a qualche buona intenzione. Il momento in cui si può esprimere la propria gratitudine, insegnando l’importanza di dire grazie per quello che si ha, prima di chiedere.
«Non si tratta di un compito in classe, non è necessario che sia “perfetta” - precisa Molinari - Al contrario, gli errori e le imprecisioni, possono essere l’espressione più ampia di tutte le emozioni che emergono nei bambini in questo periodo dell’anno».
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