Clelia Malighetti, psicoterapeuta, progetta percorsi di potenziamento dell’immagine del corpo e della percezione corporea in ambito adolescenziale e clinico ed è collaboratrice di ricerca presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Che l’adolescenza sia complicata lo sappiamo. Ma come mai questo rifiuto del proprio aspetto? «I giovani vogliono la perfezione, tutto deve essere bello, senza difetti, così come cercano di rappresentarlo sui social». In questo hanno un ruolo le influencer? «Un tempo c’erano le dive da imitare, quelle sulle copertine. Oggi ciò che è drasticamente cambiato è la distanza tra le nostre ragazze e i nostri ragazzi e quei modelli, spazzata via proprio dai social. L’idolo non è più irraggiungibile: gli posso scrivere, posta le foto mentre fa colazione come me. Ecco allora che la vicinanza rende anche il confronto possibile. Prima ci si paragonava alla compagna di classe, oggi lo si fa direttamente con Chiara Ferragni. Tutto è possibile». Quindi il problema va ben oltre botox e ialuronico? «Sì. Su Tik Tok le ragazzine si sfidano per vedere chi lascia più spazio tra la pancia, inesistente, e la maglietta. Fanno la gara per vedere chi ha più centimetri di distanza tra le cosce.
Tanti casi di anoressia e disturbi alimentari derivano proprio da questa ossessione per l’estetica del proprio corpo. Bellezza che cela spesso una fragilità complessa». E i genitori? «Deboli. O a loro volta molto concentrati sull’aspetto fisico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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