Le vittorie azzurre nell'atletica sono il segno dell'integrazione

Diceva un irlandese arguto che per conoscere la qualità di un vino non è necessario bere l'intera botte

Le vittorie azzurre nell'atletica sono il segno dell'integrazione
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Diceva un irlandese arguto che per conoscere la qualità di un vino non è necessario bere l'intera botte. Noi, invece, la vogliamo gustare tutta la vendemmia dell'atletica italiana in questa stagione ballerina chiusa con i mondiali indoor di Glasgow nel giorno in cui Massimo Stano in Cina ha battuto il 24° primato nazionale della stagione, legando la sua marcia sui 20 chilometri al Crippa che ha trovato nuovi limiti per la maratona italiana convincendosi che a Parigi si giocherà la carta.

L'oro di Tokyo che suona la cetra per i giovani che in Scozia hanno costruito la barca su cui saliranno altri medagliati dell'ultima olimpiade assenti al mondiale nell'arena col kilt. Senza i capi della tribù Tamberi e Jacobs la missione di Glasgow ci ha fatto conoscere il futuro di una squadra multietnica. Giovani leoni come il 19enne Mattia Furlani (nella foto) talento nel salto in lungo. Un pirata ventunenne, Lorenzo Simonelli, ci ha ricordato che la scuola italiana per le gare ad ostacoli sta ritrovando un magnifico artista e non è un caso che l'allenatore che si è preso due medaglie in Scozia sia uno della grande dinastia Frinolli, Giorgio il figlio di Roberto, oro europeo, che ha portato sul podio anche Zaynab Dosso.

Proprio la ragazza cresciuta a Rubiera che ha dovuto aspettare anni per avere il passaporto ed entrare nella nazionale troverà gente che, come è successo con la Egonu, si domanda perché indossa la maglia azzurra. La risposta è stato il suo balletto avvolta nella bandiera tricolore. Lo sport che abbatte ogni tipo di barriera, la squadra multietnica dice che questo lavoro darà grandi risultati che andranno anche oltre il successo sportivo. Basta girare sui campi per vedere questa fioritura.

Lezione per chi invece di includere tenderebbe ad escludere. Per fortuna allenatori, dirigenti, gli stessi atleti, da molto tempo non guardano alle differenze, ma cercano di essere famiglia sempre e questo alla grande politica non dovrebbe sfuggire.

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