«Socotherm si risolleva. Niente delisting»

Un anno da dimenticare, il 2008. La paura che si è innescata a livello di sistema bancario ha determinato una crisi di liquidità che ha colpito soprattutto la rete delle piccole-medie aziende. Conseguenze: incremento dell’indebitamento netto e peggioramento di patrimonializzazione. Anche il gruppo Socotherm non è sfuggito a questa impasse. Il gruppo è tra i leader mondiali nei rivestimenti di tubazioni per il trasporto dell’energia nei cinque continenti, ed è il maggiore fornitore di isolamenti termici di tubazioni per il settore del «deep water» a tecnologia avanzatissima.
Ingegner Soave, due anni fa è stato eletto «imprenditore dell’anno». Oggi la sua «multinazionale tascabile» è in crisi.
«Sì, è così. Ma stiamo già invertendo la rotta. Dopo anni di acquisizioni e investimenti - ammette Zeno Soave (nella foto), presidente e amministratore delegato del gruppo - stiamo studiando un piano per ridurre l’indebitamento. In effetti il 2008 è stato l’anno peggiore di tutti i 150 anni della nostra storia».
Troppo ottimismo in passato oppure qualche errore di valutazione?
«Direi errori di gestione in West Africa. Negli Stati Uniti abbiamo sofferto un difficoltoso “start-up”, soprattutto a causa di impianti nuovissimi realizzati frettolosamente per soddisfare i tempi di qualche commessa. Ma l’esercizio in corso si presenta positivo».
Il gruppo però è solido...
«Per fortuna. Abbiamo cambiato il management che ci ha portati a questa situazione. Armando Musi resta saldamente al suo posto mentre è arrivato l’ingegner Cristiano Battelli. Si occuperà della ristrutturazione del gruppo sul piano finanziario-organizzativo, della focalizzazione del core business, dovrà identificare gli obiettivi economici e finanziari delle singole aree di attività, l’ottimizzazione delle risorse, le dismissioni degli asset non strategici e la riduzione dei costi in generale. Poi abbiamo inserito anche Andrea Barbieri (ex Ge Oil & Gas), responsabile delle operations. Enrico Berti si occupa di Engineering e servizi, mentre Nicola Calvo, responsabile della Spagna, si sta dedicando anche alla ristrutturazione dell’Australia, dopo aver chiuso l’attività in Medio Oriente».
Poi a fine dello scorso marzo avete conferito a Leonardo & Co il mandato di advisor per la ristrutturazione del debito.
«Quel mandato sì è concluso prima di cominciare. Ora ci siamo affidati a un advisor di primissimo livello, ma per ora non posso farne il nome. Intanto abbiamo ristrutturato il debito di Socotherm Americas, circa 30 milioni di dollari, con un pool di dieci banche».
Ha mai pensato al delisting?
«Il delisting è un’operazione che lasciamo all’eventuale partner strategico, visto che il nostro titolo a Piazza Affari, e quello di Socotherm Americas a Buenos Aires sono estremamente sotto quotati».
Un primo bilancio del nuovo corso?
«Le previsioni sono di un fatturato tra i 200 e i 250 milioni per il 2009, con un margine operativo lordo (ebitda) di circa il 15% e un ebitdar del 18 per cento. I ricavi sono in funzione euro-dollaro e di alcuni progetti che potrebbero subire qualche ritardo di realizzazione.

Vorrei sottolineare questa inversione di tendenza rispetto alla chiusura dell’esercizio 2008, quando avevamo fatto rettifiche straordinarie e svalutazioni che poi hanno contribuito all’ebitda negativo. Ripeto, la riorganizzazione del gruppo è un segnale forte. È la risposta naturale alle mutate esigenze di gestione delle nostre attività nei cinque continenti».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica