Sono seduti a capotavola uno accanto all'altra, sorridenti e sicuri di sé: Claudio Burlando e Mercedes Bresso, presidenti rispettivamente di Liguria e Piemonte, la fanno da protagonisti, nella conferenza di ieri, sulla scia di una lontana provocazione, per riportare d'attualità un dibattito avviato una trentina di anni fa e oltre con la proposta della Fondazione Fiat sulle macroregioni. Obiettivo: «Far diventare un'unica regione Liguria e Piemonte, unire territori non omogenei ma complementari. Un rilancio complessivo per far funzionare bene il Nord-Ovest, in modo da rafforzare anche i rapporti con la Lombardia, aumentando le possibilità e non riducendo il dialogo» spiegano i due presidenti alleati. Torna l'idea di unarea unica, dove porto e retroporto, logistica, turismo, sanità e industria diventino affare comune. Peccato però che l'accordo di collaborazione riguardi per il momento solo ricerca e innovazione. Ieri infatti è stata trovata l'intesa sull'attivazione di una vetrina delle eccellenze liguri e piemontesi nel porto di Savona, (un punto di vendita promozionale per le due regioni); l'accordo in materia di adozione internazionale, diretto a sviluppare forme di collaborazione tra Liguria e Piemonte per la tutela dei minori; la collaborazione in materia di istruzione e formazione professionale, ricerca e innovazione.
Punto d'eccellenza per Burlando e Bresso resta il protocollo d'intesa per l'attivazione di una collaborazione nel settore della sanità attraverso la società Amos, al fine di ridurre i tempi di attesa per le prestazioni diagnostiche e specialistiche. Per coloro poi che soggiorneranno per lunghi periodi in una delle due regioni sarà possibile usufruire del doppio medico di base. Per quanto riguarda Amos, la Regione Liguria si è impegnata a rilevare attraverso le aziende sanitarie la quota di partecipazione ancora detenuta dai privati. Ciò nonostante la Liguria importi un modello dal sistema sanitario piemontese ancora in fase di sperimentazione.
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