Il sogno del «Mondo nuovo» e i complimenti di Darwin

Si chiamava «Il mondo nuovo», e vent'anni fa fu il mio primo tentativo di programma televisivo su scienza e natura. Il titolo era preso in prestito, e non a caso, dall'omonimo libro di fantascienza di Aldous Huxley. Ultimo di una lunga lista di visionari e sognatori alla ricerca di un nuovo eden per un'umanità da sempre preda della nostalgia del paradiso perduto.
Per trovare una soluzione alla cacciata divina ci sono solo due strade: la prima è quella appunto di affidarsi a una nuova alleanza fra tecnologia e natura per ricrearlo, in terra e nel futuro, l'habitat ideale dove vivere felici e contenti. Con le macchine che risolvono i problemi creati dalla furia degli elementi e l'intelligenza che si affianca agli istinti animali in vista della costruzione di una civiltà perfetta nella quale, affrancati da malattie e affanni, gli uomini edificano finalmente la Gerusalemme terrena della libertà e dell'amore. È la strada, come è evidente, degli utopisti e degli sperimentatori, non sempre affidabili e, finora, soprattutto, non premiati dal successo.
La seconda è la strada battuta dagli esploratori di tutti i tempi, e dagli stessi ricercatori autori della scoperta cui è dedicata questa pagina. Partire alla volta di paesi lontani, fra intricate foreste, lande deserte e montagne invalicate, guidati dalla convinzione che il paradiso terrestre esista ancora. Da qualche parte, sfuggito alle mille precedenti spedizioni, all'indagine dei satelliti, alle ricognizioni degli aerei. Con poche speranze in verità: come c'è chi ha scritto che è finita la storia, c'era chi giurava che ormai, a parte gli abissi degli oceani, avevamo ormai trovato e visto tutto. Oggi sappiamo che non era così, e per fortuna!
Per la gioia degli amanti di Chatwin la Patagonia ha svelato un tesoro sconosciuto rimasto inviolato: un eden mai abitato dall'uomo, un mondo vergine e dunque insieme antico e senza tempo, e nuovo, perchè pieno di creature e forme di vita sconosciute.
Tutte da studiare e da capire, tante da dare gran daffare ai cultori della criptozoologia, che come sapete studia le creature ignote o misteriose.

Un gran bel momento per tutti noi amanti di scienza e di natura: possiamo non limitarci al passato della biologia ma anche a scrivere un suo nuovo affascinante capitolo. Darwin, che quei posti li conosceva bene, sarebbe fiero di noi!

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