Il sogno di Penati: "Non arrivano al 50%, sarà ballottaggio"

Il sogno di Penati: "Non arrivano al 50%, sarà ballottaggio"

«Andiamo al ballottaggio. Pdl più Lega in tutti i comuni del Milanese sono sotto il 50 per cento». La sicurezza di Filippo Penati aumenta con il passare delle ore, fino a battere la scaramanzia quando arrivano i dati dell’affluenza di Milano e provincia, più bassa che nel resto della Lombardia. Secondo l’entourage del candidato del centrosinistra, è un primo segnale che la Lega non è andata compatta a votare per la provincia di Milano e che quindi la partita si giocherà tra due settimane. Poi arrivano le proiezioni delle europee, che Penati interpreta come una prova certa di secondo appello. «La mia campagna elettorale finisce il 20 giugno, il ballottaggio appare evidente» conclude il presidente della Provincia, che ha passato il pomeriggio in giro per i seggi milanesi, dalla Barona a Lorenteggio, per tastare il polso degli elettori con i primi scrutini delle europee. Il comitato elettorale del Pd è riunito nella sede regionale del partito, in piazza Luigi di Savoia. Coordina i lavori Maurizio Martina, responsabile lombardo del partito chiamato da Dario Franceschini nel gruppo alla guida del Pd, che non alza gli occhi da computer e tv. Di fronte a lui, dall’altra parte della scrivania, si siede Penati, camicia bianca stropicciata, l’aria tesa di chi capisce che è la sfida della vita. Arrivare al ballottaggio nella città simbolo del Pdl è sufficiente per consolidare un ruolo nazionale nel partito. Senza contare che lui è convinto di poter vincere, come accaduto cinque anni fa contro Ombretta Colli. «La campagna elettorale finisce il 20 giugno» è il suo refrain. [TESTO-INFRA] Si mangiano tarallucci, patatine, pop corn, si beve Coca Cola, aranciata, succhi di frutta. [/TESTO-INFRA]Niente alcolici, forse perché erano arrivati sicuri di non avere nulla da festeggiare. Così si accontentano dei primi risultati che si profilano il Pd. «È un dato da cui ripartire. Non è la débâcle a cui eravamo preparati» dice il deputato Emanuele Fiano. Nel gruppetto in attesa i parlamentari Barbara Pollastrini, Marilena Adamo, il capogruppo in consiglio comunale Pierfrancesco Majorino. Il primo a rompere il silenzio è il segretario metropolitano del Pd, Ezio Casati, che si abbandona a uno slancio di ottimismo: «Non solo arriviamo al ballottaggio ma accorciamo le distanze. Adesso devono cominciare a preoccuparsi loro». Partono le prime telefonate in vista del ballottaggio, si discute di scenari futuribili e alleanze possibili, anche se ufficialmente domina la prudenza: «È ancora presto per pensare agli apparentamenti». Penati preferisce parlare di percentuale di cittadini che sono andati al voto: «Un calo di affluenza non è mai un dato positivo e impone che tutti facciano una riflessione. Se gli elettori scelgono di non andare al voto è un segno di disaffezione di cui tenere conto.

Non trovo giusto risolvere questa questione appigliandosi a un dato tecnico come i giorni scelti per il voto». I manifesti del presidente della Provincia ripetono ossessivamente «Scegli la persona». Oggi, quando si chiuderà lo spoglio dei voti per le provinciali, si saprà in quanti lo hanno ascoltato.

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