Soldati inglesi, poveri eroi ridotti alla fame

Sotto organico, mal equipaggiati, pagati una miseria. Un rapporto segreto dell’esercito rivela una verità sconcertante: "I militari muoiono soprattutto di inedia". C'è chi fa debiti per mangiare e chi non sa più cos'è una licenza

Soldati inglesi, poveri eroi ridotti alla fame

Londra - Sotto organico, mal equipaggiati e ridotti in miseria da un salario «sconcertante, disgustoso e patetico». È un esercito allo stremo, sottopagato e malridotto, quello descritto da un rapporto confidenziale interno delle Forze Armate britanniche di cui l'Independent on Sunday è riuscito a venire in possesso. Un quadro desolante che emerge in tutta la sua drammaticità rendendo ancora più grottesco il paradosso di un Paese che onora i suoi caduti come nessuno al mondo e lascia vivere nell'indigenza i suoi soldati in servizio attivo. Anzi, a volte, li costringe a rinunciare a un lavoro che è sempre più una vocazione, proprio perché la retribuzione attuale non garantisce neppure la sopravvivenza. I vertici militari di solito non amano parlare con i giornalisti: lo vietano ragioni etiche e motivi legati alla professione. In questi ultimi sei mesi però, le voci di dissenso si sono levate sempre più numerose per denunciare situazioni ormai divenute insostenibili. Soprattutto in questi anni recenti, in cui gli uomini di Sua Maestà sono stati utilizzati senza risparmio sui fronti caldi dell'Irak e dell'Afghanistan, il malcontento da sussurro minoritario si è a mano a mano trasformato in un urlo che rischia di diventare l'ennesima gatta da pelare per il già malconcio governo di Gordon Brown.

Del resto - a leggere il rapporto - le ragioni per protestare ci sono eccome. L'analisi, frutto di una lunghissima serie d'interviste ai militari e alle loro famiglie effettuate tra il luglio del 2007 e il gennaio 2008, è stata descritta dal capo dello staff delle Forze Armate, generale Richard Dannatt come «un ritratto accurato dei punti di vista e delle preoccupazioni della maggioranza dell'Esercito». Il rapporto prende in esame tutti gli aspetti della vita militare attuale, dalla qualità degli equipaggiamenti al salario, dagli incidenti al livello di soddisfazione degli uomini. E il risultato è talmente devastante da aver fatto infuriare perfino alcune delle autorità più alte che hanno apertamente criticato l'esecutivo laburista per il trattamento riservato ai loro uomini. Molti dei quali - secondo la relazione - «vivono in stato di povertà». Alcuni sono addirittura indotti ad abbandonare l'esercito perché non si possono permettere di rimanere. E queste dimissioni non fanno che ritorcersi nuovamente sui colleghi che rimangono, sempre di meno. In alcuni settori, come quello della fanteria, quasi la metà dei soldati non riesce a godere del proprio periodo di licenza perché costretto a rimpiazzare gli uomini mancanti. Del resto, come criticare quelli che se ne vanno? Il rapporto spiega che molti soldati non mangiano in modo appropriato perché devono arrivare in qualche modo alla fine del mese. Tanto che i loro comandanti stanno tentando di risolvere il problema attraverso uno schema chiamato «Hungry Soldier» che consente ai militari più bisognosi di aver accesso a dei prestiti per mangiare. Un sistema di supporto che la dice lunga sul mutamento di una tradizione all'interno delle Forze Armate britanniche. Chi se lo ricorda più, il militare che aveva diritto a tre pasti gratis giornalieri. Adesso per mettere insieme il pranzo con la cena i poveretti devono riempire un sacco di moduli burocratici soltanto per ricevere degli squallidi buoni pasto.

Il ministero della Difesa precisa che soltanto l'uno per cento dei soldati ha usufruito dello schema, ma i problemi evidenziati dallo studio sono anche d'altro tipo. Sotto accusa il numero sempre più alto delle morti accidentali e le miserande compensazioni ricevute dagli uomini rimasti feriti. «Dieci incidenti potenzialmente evitabili in anno sono inaccettabili» ha dichiarato il generale Dannatt che si è detto turbato dai commenti di alcuni comandanti: «È chiaro che ritengono di di perdere autorevolezza sui loro uomini e questa situazione mina la coesione interna». Autorità militari e politiche hanno affermato che un simile documento è la prova incontrastata del fallimento del governo nel far fronte alle proprie responsabilità verso le donne e gli uomini delle sue Forze Armate. E la situazione diventa ogni giorno più grave anche perché, a detta di alcuni come Patrick Mercer, deputato conservatore ed ex colonnello, questa crisi sempre più profonda sembra venir negata dal ministero.

«Ci sono certamente dei ministri onesti e attenti - ha aggiunto ieri il general maggiore Julian Thompson - ma il problema è se sono sostenuti da qualcuno più in alto. Sappiamo tutti che i fondi arrivano dal Tesoro e dal primo ministro». Quando arrivano.

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