La politica costa. E spesso nemmeno i generosi rimborsi che i partiti incassano dopo le elezioni bastano a far fronte alle spese. Ecco perché i partiti, anche in tempi di crisi, sperano comunque nella generosità degli elettori privati, imprenditori o semplici cittadini. In questa particolare classifica Forza Italia si conferma leader incontrastata. Nei primi 9 mesi dellanno scorso il movimento fondato da Silvio Berlusconi ha incassato 2,4 milioni di euro da 37 privati. La cifra più importante (600mila euro) porta la firma dellimprenditore Marcellino Gavio, reuccio delle autostrade e azionista della Nuova Alitalia, che ha spalmato il suo contributo in 12 assegni da 50mila euro, uno per ognuna delle società che fa parte del suo impero (Appia, Autosped, Codelfa, Eurimpianti, Gavio spa, Interstrade, Itinera, Microlux, Sea Segnaletica, Sina, Sinelec, Transider). Dietro Gavio cè Giovanni Arvedi con tre assegni da 100mila euro (Finarvedi, Acciaieria Arvedi, Arvedi Tubi), seguito dal gruppo Astaldi (altri 100mila euro) e Cimolai (stesso importo).
Nonostante lo scarso raccolto alle urne (il 5,6% alla Camera, il 5,7% al Senato) il partito di Pier Ferdinando Casini ha raggranellato 2,25 milioni di euro. Quasi il 75% del contributo privato (1,6milioni) arriva dalla famiglia Caltagirone, che con Alessandro, Francesco, Gaetano e Francesco Gaetano (padre di Azzurra, moglie di Casini) si è esposta personalmente, con quattro assegni di 100 mila euro ciascuno. Altri 200mila euro arrivano dagli imprenditori Nattino e Scarpellini, 40mila euro sono un dono della famiglia Angelucci.
Se Atene ride, Sparta piange amaramente. Il Pd è un po in crisi dimmagine, visto che al Loft sono arrivati appena 605 mila euro. Scarpellini ha concesso il bis (altri 100mila euro), seguito dal patron del Palermo Zamparini (100mila euro) e dagli editori Federico e Lorenzo Enriques (50mila euro a testa), poi praticamente il nulla. Al tesoriere Pd Mauro Agostini, in campagna elettorale, è arrivato un solo contributo da 60mila euro dal Consorzio nazionale Servizi Spa. Più «ricca» la sede bolognese del Pd (ai soldi degli Enriques vanno aggiunti 15mila euro da una coop) e quella lombarda (300mila euro). Più povero il Pd romano (100mila euro). Piccola curiosità. Diciannove coop rosse di portuali e piccoli artigiani hanno messo insieme la discreta cifretta di 50.500 euro.
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