da Recco (Genova)
Luciano Cinotti, da oltre un anno nella Del Fungo Giera Energia, società nata circa 2 anni fa, si occupa di energie rinnovabili comprese le cosiddette «biomasse», ossia le fonti di energia derivanti dall'agricoltura, quali legname, cereali e prodotti di scarto del settore agricolo. Attualmente si sta dedicando al 100% al nucleare, il «suo primo amore» come egli stesso l'ha definito.
Ingegner Cinotti, in cosa consiste esattamente il progetto Generation IV?
«Dall'anno 2000 è stata lanciata l'iniziativa Generation IV, nata dalla collaborazione di 10 paesi, per lo sviluppo del nuovo nucleare: è stato chiesto tanto alle aziende quanto alle università e centri di ricerca di presentare delle proposte. Ne furono presentate cento e nel 2001 vennero vagliate e valutate. Furono individuate 6 tipologie di reattori da sviluppare o, meglio di sistemi, in quanto ogni reattore porta con sé un ciclo di combustibile. Di queste filiere di reattori tre sono dette veloci (non viene cioè messa né grafite né acqua per rallentare i neutroni che danno luogo alla fissione, ndr) e utilizzano non solo l'uranio 235 ma anche l'uranio 238 (che è presente nell'uranio naturale, ndr) e quindi risorse praticamente illimitate per il futuro. Due di queste sono raffreddate a metallo liquido, sodio o piombo (le centrali tradizionali, di terza generazione, sono invece raffreddate ad acqua, ndr)».
E ora il suo ruolo all'interno di Generation IV al piombo quale è?
«Attualmente rivesto il ruolo di coordinatore europeo delle attività di sviluppo nell'ambito di Generation IV. In particolare ho scelto di occuparmi del reattore raffreddato a piombo liquido, perché l'Italia ha una grossa esperienza in questo campo, almeno in relativo, laddove nessuno o quasi ce l'ha, a parte la Russia, la cui entrata in Generation IV dovrebbe essere imminente. A una riunione recente a Bruxelles è stato detto: Il piombo non interessa più a nessuno: c'è solo Cinotti che continua a lavorarci
. Ma questo non mi fa paura!
Perché? La sua è allora una ricerca «solitaria»?
«Non mi fa paura essere in minoranza rispetto ai sostenitori del sodio. Nel 2005 ho lanciato il progetto Elsy per la Comunità europea che è stato finanziato e che vede Ansaldo nucleare come coordinatore con la partecipazione di 20 organizzazioni internazionali di cui 5 italiane. È un progetto che prevede la progettazione di un reattore raffreddato a piombo da 600 megawatt elettrici e a cui è stato dato ufficialmente il via il 1° settembre 2006».
Lei ha scoperto dunque qualcosa di nuovo sulle centrali nucleari al piombo?
«Ho capito che è possibile progettare impianti nettamente meno costosi di quelli raffreddati a sodio».
LItalia potrà far fronte alla crisi energetica che si prospetta per il futuro?
«Gli italiani vengono illusi! Nei prossimi 20, massimo 50 anni, ci potrebbe essere una grave crisi energetica ed ambientale. Si firmano accordi per ridurre le emissioni e poi le si aumenta: non siamo seri! Si parla del sole e del vento: è bene che ci siano e si facciano degli sviluppi in questi settori, ma non bastano! Non c'è una reale fonte che possa sostituire il petrolio, l'unica in grado di raccogliere questa sfida è il nucleare. Non diamo troppe illusioni sulle energie alternative, alcune sono solo simboliche! E spesso non sono neppure convenienti né economicamente né energeticamente: sarebbe un risparmio più grosso far spegnere i fari alle auto di giorno di quello che otterremo col dispendioso programma del solare fotovoltaico previsto per i prossimi anni!».
E quindi quali potrebbero essere le prospettive?
«Dopo la scelta del referendum di abbandonare il nucleare abbiamo senz'altro perso tanto della potenza industriale Ma ora è giunto il momento in cui siamo liberi di progettare e scegliere le soluzioni più sicure e più economiche senza particolari vincoli: usiamo fin in fondo questa libertà».
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