Il Pd quale? Quello che fa il referendario o quello che si è venduto lacqua pubblica? La sinistra quale? Quella che fa le marce, i flash mob, appende le bandiere ai terrazzi per i tre «SI», oppure quella che ha deciso che i cittadini genovesi perdessero per sempre la proprietà della loro acqua? Lo stesso Pd/Ds, la stessa sinistra. Perché è roba di otto anni fa, mica si parla di secoli addietro.
Bisognerebbe far sapere agli italiani chi è che si straccia le vesti in nome del referendum per mantenere lacqua «pubblica». Sono gli stessi che hanno fatto lunica, vera privatizzazione dellacqua. Cioè quelli che fanno credere che senza quorum lacqua sarà nelle mani di qualche sanguisuga privata e non dicono di averla già data loro ai privati. Anzi, al privato più privato che ci sia, cioè la Borsa. E questi signori non sono lontanissimi, sono qui a Genova. Sono quei consiglieri che hanno sostenuto il sindaco Beppe Pericu quando ha deciso, nella seduta del 3 giugno 2003, di vendere tutto ciò che di pubblico riguardava lacqua a Genova. Sono quei partiti che oggi fanno finta che sia il governo a voler rubare lacqua a tutti.
I nomi sono lì, fissati su quella delibera che diede il via libera alla cessione della diga del Val Noci, della diga del Brugneto (compresa la strada di collegamento della diga con la località Santa Maria del Porto), le opere idrauliche fisse di captazione (derivazioni pozzi), limpianto di filtrazione Brugneto; limpianto di filtrazione del Val Noci; limpianto di filtrazione civico, le Condotte forzate per il servizio di energia elettrica, la centrale idroelettrica della diga; la centrale idroelettrica Canate, la centrale idroelettrica Torre Quezzi. Tutto per «pochi» euro. In tutto 12 milioni e 38mila euro chiesti allAmga per fare in modo che i cittadini genovesi non fossero più proprietari della loro acqua. (...)
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