Enrico Groppali
da Asti
Allinizio sul palco nudo si distingue solo il profilo di un oggetto massiccio dincerta destinazione. Ma poi arriva Tullio Solenghi, col suo sorriso da eterno collegiale appena evaso dalle aule dove si amministra severamente il sapere. Uno spot luminoso ne inquadra la sagoma blu notte che, prima ancora di parlare, manovra da maestro i due enormi bottoni che sporgono come le orecchie di Mida dallo strano strumento. E allora il miracolo si compie perché loggetto misterioso, un mobile radio anni Cinquanta, comincia a ronzare come un insetto che cerca invano una via duscita per emettere subito dopo il languido suono di uno slow. Che lomino Solenghi commenta celebrando da par suo il potere e la suggestione della musica. Ma quello che si annunciava agli occhi e agli orecchi come laffettuoso revival di unepoca annegata nellabisso del tempo, dimprovviso cambia energicamente di rotta. Perché il testimone del bel tempo che fu abiura subito al ruolo di estensore delle sette note per assumere il volto, la voce, laspetto di una vittima di quel magico coacervo di legno, fili e manopole.
Chi sarà mai allora? Sabina Negri, autrice dellUltima radio, non ha dubbi. Il suo personaggio, a metà tra il disc jockey e la voce amica che accompagna gli insonni fino allalba, è un uomo disilluso che vive, tra amarezze e rimpianti, la fine della sua stagione di entertainer. Come il portiere dellUltima risata di Murnau destinato ad assistere impotente al degrado della sua città e del suo mondo, questuomo fragile e solitario che per tutta la vita si volle ad ogni costo manipolatore dei sussulti fragorosi del rock e del sound precipitoso del jazz mentre, tra un disco e laltro, rispondeva alle chiamate del pubblico, sta per concludere la sua parabola. Non crede più alla sua funzione di supporter del popolo della notte né tantomeno a quella di angelo consolatore dei disperati. In passato si è beccato un pestaggio coi fiocchi per le sue opinioni poco ortodosse da un gruppo di teppisti. In passato ha perduto in tragiche circostanze la donna della sua vita e la figlia nata da quellunione gli ha voltato le spalle.
LULTIMA RADIO - di Sabina Negri. Regia di Marcello Cotugno, con Tullio Solenghi. Asti Teatro, fino all'8 luglio
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.