Via Solferino finge di non aver pubblicato nulla

«Non ci sarà mai la prova che quel documento è autentico o che quel documento è falso». L’inviato del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, ospite giovedì sera di Annozero, non ha preso posizione in merito alle contestazioni finiane dell’autenticità della lettera del governo di Saint Lucia.
Cazzullo, anzi, si è limitato a commentare la vicenda dal punto di vista politico paragonando lo scontro Berlusconi-Fini a quello Sarkozy-Villepin in Francia oppure constatando che comunque il presidente della Camera esce «indebolito» dalla vicenda. La pacatezza di Cazzullo, di per sé stridente con la caratteristica concitazione dell’agone santoriano, confligge tuttavia con la posizione del suo quotidiano. Se l’inviato si è limitato a osservare, a Via Solferino, invece, hanno accreditato una delle due tesi esposte: quella del presidente della Camera sul dossieraggio.
E, fatto ancor più grave per il primo quotidiano italiano, è stata omessa la versione fornita dal Fatto Quotidiano che ha intervistato Rudolph Francis, ministro di Saint Lucia, che ha accreditato la veridicità del documento. Si tratta di una scelta inusuale per il Corriere che va in stampa abbastanza tardi da poter cogliere i fatti salienti delle prime rassegne televisive dei quotidiani ed, eventualmente, aggiornare le proprie pagine.
I lettori del Corriere, per contro, ieri mattina hanno potuto gustare ben tre articoli sul presunto utilizzo dei Servizi per costruire il presunto «dossier». Il primo a pagina 2 forniva un ampio resoconto della Bocchino’s version ad Annozero. Non manca una virgola del panegirico del capogruppo finiano contro la «patacca» costruita da Valter Lavitola e propalata a mezzo stampa da Vittorugo Mangiavillani. A pagina 3 un altro ampio articolo descrive i meccanismi della strategia che «rischia di indebolire l’attività dell’intelligence minandone la credibilità a livello internazionale».
Nessun atto d’accusa formale, beninteso, ma il Corriere ricostruisce molto bene le tesi alla base delle confutazioni finiane. Lavitola è da anni molto attivo in Centro e Sud America, mentre Mangiavillani, che pure è stato in Costa Rica, ha mantenuto contatti con la Polizia e anche con il Sismi. Certo, in breve sono riportate pure le smentite degli interessati, ma - a prima vista - appare evidente uno sbilanciamento a favore del versante Fini giacché non è riportato alcunché sulla veridicità del documento e trovano ampio spazio le rimostranze dei «fillini» a partire d quelle del loro number one.
Saltata pagina 5 dove si accredita la possibilità che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, consideri le carte di Saint Lucia una «patacca», si arriva a pagina 6 dove si ricostruisce il giro della lettera di Francis. Scritta nell’isoletta caraibica, giunta non si sa come nella capitale dell’Honduras Tegucigalpa e poi inviata ai due giornalisti dei quotidiani di Santo Domingo che l’hanno pubblicata, El Nacional e il Listín Diario. Quanto basta per indurre il sospetto che si tratti di un apocrifo.
Il quadro ricostruito ieri dal Corriere è pertanto distinto e distante dal distacco «terzista» di Aldo Cazzullo ad Annozero.

Uno scenario che contrasta con due evidenze: l’enfasi con la quale Via Solferino ha pubblicato la lettera che riconduceva a Giancarlo Tulliani la proprietà di Timara si è trasformata in silenzio quando ne è stata confermata l’autenticità.

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