Il sollievo del senatore: "Finalmente un giudizio sereno"

Il cofondatore di Fi parla solo in serata tramite gli avvocati: «Molto soddisfatto»

«Finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in maniera serena». Marcello Dell’Utri, alle 20 in punto, viene informato dell’esito della sentenza: il processo è da rifare, la condanna a sette anni è annullata. E ovviamente il suo sollievo è immenso. Il senatore «è molto soddisfatto» riferisce l’avvocato Massimo Krogh, uno dei suoi legali. Ora l’inventore di Forza Italia guarda avanti: «Affronterò il nuovo processo ancor più convinto della mia innocenza, che ho testimoniato in tutti questi anni, fiducioso nella giustizia».

Anche lo staff della difesa festeggia l’annullamento della sentenza della Corte d’appello: «La decisione della Cassazione - commentano gli avvocati Pietro Federico e Giuseppe Di Peri - dimostra che nei confronti di Dell’Utri sono stati fatti dei processi contrari al diritto, e la Suprema Corte, nonostante le pressioni che si sono manifestate in questo ultimo periodo, ha preso una decisione coraggiosa ma pienamente aderente ai principi del corretto funzionamento della giurisprudenza».

Al Circolo di via Marina, fondato da Dell’Utri, la soddisfazione è alta: «È una sentenza che ci aspettavamo visto gli innumerevoli errori giuridici e processuali che riempivano la sentenza di secondo grado». Secondo Giovannipio Gravina, della segreteria del Circolo e dirigente nazionale di «Giovane Italia», il pg della Cassazione «ha ben esposto il fumus persecutionis che ha avvolto Dell’Utri negli ultimi 18 anni. Rimane il rammarico per tutti questi anni sprecati dalla procura palermitana ad inseguire i fantasmi e per tutto quello che è stato impedito di fare all’uomo e al politico». «Il senatore Dell’Utri - conclude il comunicato - è una brava persona, non avevamo bisogno di una sentenza per averne conferma».

Il pronunciamento dei giudici stempera di colpo una tensione che per tutto il giorno è rimasta alle stelle. Non tanto fra i collaboratori di Dell’Utri, quanto fra i giornalisti che gli hanno dato la caccia fin dal mattino. E che non riuscivano a capire dove fosse. Il mistero della giornata, svanito poi in una bolla di sapone, è legato al cellulare del senatore pidiellino. Chi ha provato a chiamarlo infatti, dopo qualche secondo di segnale di linea libera, si sarebbe sentito rispondere da un operatore telefonico spagnolo. «Por favor marque de nuevo», l’equivalente del nostro «Si prega di riprovare più tardi». Ma anche chiamando «più tardi», nessuna risposta, solo un messaggio automatico. Da qui la deduzione che Dell’Utri si trovasse in Spagna. La circostanza è stata smentita a più riprese dal suo staff di avvocati. «A noi risulta sia a Milano» ha detto più volte il legale Giuseppe Di Peri. I giornalisti nel pomeriggio hanno cercato di parlare con il senatore aspettandolo in via Marina, davanti alla sede del Circolo. Ma a spiegare che Dell’Utri non sarebbe arrivato è stata Ines Lattuada, la storica segretaria fin dai tempi di Publitalia. Lei ha sentito il senatore l’altro ieri e, pur avendolo sentito un po’ preoccupato, ha commentato: «Non era spaventato, non è nella sua natura».

Le malelingue, che hanno sostenuto per tutto il giorno

che Dell’Utri fosse chissà dove, hanno avuto la loro risposta alle otto di sera. Detto questo, l’ipotesi più verosimile è che Dell’Utri abbia solo voluto cercare un po’ di privacy, lontano dalle telecamere. Comprensibile.

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