(...) Centocinquanta posti di lavoro? No, al massimo una decina, ad essere generosi. Spazi occupati? Solo due le imprese attive, come una goccia dacqua in una piscina: la «Vetreria Valente», padre e figlio che mandano avanti la propria attività artigiana, e una ditta di pannelli elettrici che fino al mese scorso ha lavorato senza avere nemmeno lagibilità, né il certificato antincendio, come il resto delledificio. Sono solo due i nominativi sulla colonna dei campanelli, e oltre la recinzione si notano finestre vuote come sguardi senza intelligenza. Insomma un mezzo fallimento, ad essere generosi. «Io non ho nemmeno fatto ancora latto definitivo per lacquisto - racconta il vetraio Tommaso Valente - qui allinizio si è visto qualcuno interessato agli spazi, ma non se nè mai fatto niente perché erano commercianti e non artigiani e lo spazio è invece riservato agli artigiani».
Insomma, un buco nellacqua. E dire che tutti, dallex amministratore delegato di Sviluppo Genova, Gianni Pisani allex vicesindaco Alberto Ghio avevano tessuto le lodi delloperazione. Chi si è trovato a gestire in seguito laffare cartiera di Voltri, invece ha trovato grossi problemi. Si parla di irregolarità tali che hanno portato al licenziamento per giusta causa del direttore di commessa, senza contare che una parte del venduto, quella poca, sarebbe stata ceduta a un prezzo inferiore a quello stabilito dalle delibere della società. Inferiore di molte decine di migliaia di euro.
Lamministratore delegato di Sviluppo Genova, Pier Giulio Porazza, subentrato a Pisani alla fine del 2008, si è trovato subito di fronte al caso-Voltri. E ne avrebbe volentieri fatto a meno. Ci sono voluti sei mesi per sciogliere almeno i primi nodi, far ottenere lagibilità ai lotti delledificio è stato il primo successo, ottenuto nel giugno scorso. Prima non era stata concessa a causa di una diversità tra il progetto presentato in Comune e gli effettivi lavori. Particolari, magari, ma che hanno comunque preteso lottenimento di un condono dagli uffici comunali.
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