Letteratura e politica: vecchio argomento dai tempi dellIliade. Oggi, in epoca di democrazia si può vedere la questione anche da un nuovo punto di vista: la democrazia del testo. Per esempio, Harry Potter e Silvio Berlusconi. Cosa centra questo accoppiamento di una testa di serie della politica con un arcinoto personaggio romanzesco? Centra; vediamo.
In questi giorni, a chi dedica un po di tempo alla cronaca letteraria, attraverso la lettura dei giornali, non sarà sfuggita la presa di posizione della signora Rowling, ex povera insegnante (come tutti gli insegnanti), che è riuscita a farsi una fortuna super miliardaria inventandosi il personaggio di Harry Potter e raccontando con geniale maestria le sue rocambolesche avventure.
Cosa è successo? La signora, ormai ricca e appagata dal successo, non ne può più della sua creatura Harry Potter, e stufa del suo personaggio, sembra che gli sia diventato persino odioso, e vuole fare esattamente quello che fanno le madri esasperate e impazzite: ammazzare il figlio.
Alla Rowling, chi glielo potrebbe impedire? Qualche astuto poliziotto, qualche magistrato, qualche giornalista giustizialista? Proprio nessuno. Lei ha messo al mondo un personaggio senza carne e senza ossa: il suo reato non sarebbe penalmente perseguibile. La strada, dunque, è semplice, incruenta e senza conseguenze. E invece Harry Potter non solo non muore ammazzato, ma ha anche la meglio sulla madre. Infatti la sua autrice è costretta a continuare a infondergli anima e avventura. Perché? Perché, in realtà, il personaggio non è più suo.
Il pubblico sterminato dei lettori di Harry Potter non vuole che il ragazzino con gli occhiali rotondi sparisca.
Non è un fatto nuovo in letteratura. Soprattutto il grande romanzo ottocentesco, con i suoi realistici e straordinari personaggi ricchi di fascino e di sentimento, e poi il cinema con la sua narrativa avvincente e veritiera ci hanno dimostrato nel modo più immediato che il testo può vivere anche fuori del suo autore. Insomma, i personaggi raccontati finiscono per avere una concretezza e una verità così evidente da portarli ad ubbidire al loro pubblico che li adora e mitizza, e non al loro autore che li ha inventati.
Il caso di Harry Potter, dicevo, non è isolato. Conan Doyle, a un certo momento della sua vita, si dice che avrebbe voluto sgozzare Sherlock Holmes: non farlo semplicemente morire, ma sopprimerlo nel dolore, tanto lo aveva ossessionato. Vicenda analoga quella tra Fleming e James Bond... e altri ancora: non molti perché solo i grandi narratori sono capaci di trasformare la propria scrittura in un personaggio che può vivere assolutamente senza di lui. Appunto, una democratizzazione del testo, che ubbidisce al pubblico e non allautore.
La letteratura insegna; il mondo è una grande favola, e tutti noi siamo protagonisti con una parte da recitare più o meno significativa: così spiegava il filosofo Friedrich Nietzsche. I leader politici che hanno carisma, che sanno indicare una strada da percorrere e vengono seguiti, non appartengono più a se stessi ma alla gente, al popolo che ha affidato loro il ruolo da recitare. Questa è la realtà storica che i romanzi e il cinema raccontano con molta chiarezza, e la politica non può che adeguarsi a questa verità, la politica non può pensare di imbrogliare le carte per manipolare la realtà. Si discute di leadership, di cambiamenti, di sostituzioni: i partiti, su questo argomento, pensano di poter decidere, ma non decidono un bel niente. I partiti sono come gli autori di romanzi: se dal loro racconto è saltato fuori un protagonista forte, di carattere, che la gente immediatamente fa proprio, riconoscendogli una sua identità indipendente dallautore (dal partito) che lha creato, costui appartiene soltanto alla gente. Questa è la democrazia: cè una democrazia del testo letterario, cè una democrazia della politica.
Dunque, Berlusconi come Harry Potter? Vuol dire che non è sostituibile. I suoi autori, gli altri leader della Casa delle Libertà, se ne facciano una ragione seguendo sui giornali le vicende del simpatico maghetto e della sua autrice.
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